sabato 19 luglio 2008

I ragazzi di Gomorra promossi sul set, bocciati a scuola

Sono stati bocciati dalla scuola. I ragazzi di Gomorra, applauditi a Cannes, premiati nei teatri d'Italia e salutati uno per uno dal presidente Napolitano, non hanno superato una prova istituzionale, quella della scuola. La Carlo Levi ha bocciato Totò, Salvatore, Simone e altri dieci ragazzi che avevano partecipato anche al progetto Arrevuoto, promosso dal Teatro Mercadante e dedicato ai giovani considerati a rischio. Salvatore e Simone, addirittura, non sono stati ammessi agli esami di terza media. Un provvedimento preso dagli istituti piuttosto raramente. «I miei ragazzi», è il modo in cui ne parla Roberto Saviano, che quasi non vuol credere alla decisione della scuola. «Sono stati attori nei teatri più famosi d'Italia — scrive lo scrittore sull'Espresso — hanno avuto i complimenti del presidente Napolitano che era andato a vederli alla prima al teatro Mercadante. Al festival di Cannes hanno ricevuto uno dei tre maggiori premi: quello della giuria. Eppure alla Carlo Levi di Scampia li hanno bocciati». Probabilmente, la scuola non ha potuto accettare così tante assenze degli allievi e ha dovuto scegliere di fargli ripetere l'anno, compiendo un gesto giudicato con amarezza da chi a quei giovani ha cercato di far vedere altro, avvicinandoli ad una cultura che non conoscevano. Il progetto "Arrevuoto", laboratorio di teatro, musica e danza ora diventato Punta Corsara, ha impegnato i ragazzi in eventi culturali di rilievo e li ha allontanati da una realtà quotidiana spesso priva di speranze. Seguendo la pedagogia montessoriana e l'uso dell'attività di strada, il progetto educativo è riuscito a prenderli per mano con un metodo più vicino alle loro esigenze. Partendo da Scampia, avevano portato sulle scene Aristofane e Moliere, calcando anche le tavole del Teatro Argentina a Roma e del Dante Alighieri di Ravenna e raccogliendo premi in giro per l'Italia. E il teatro serviva proprio a rendere protagonisti i ragazzi provenienti da realtà difficili. Serviva a toglierli dalla strada, ad avvicinarli alla cultura, ad insegnargli il confronto e a offrirgli un'altra possibilità. Rappresentava quello che dalla scuola i ragazzi non sapevano prendere e che difficilmente ora hanno imparato. Arduo apprendere da una scuola che non si è adeguata a un linguaggio nuovo e che, in un certo senso, non ha riconosciuto la validità di una formazione efficace, ma poco istituzionale. Come ha confidato a Roberto Saviano un professore della scuola media Carlo Levi di Scampia «Hanno bocciato Totò, e questo in una scuola che non dovrebbe più bocciare né promuovere. Una scuola che si è arresa, là dove invece bisognava custodire la speranza». (Maddalena Bovenzi da il Corriere del Mezzogiorno)

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Napolionline - la citta vista da dentro - sabato 19 luglio 2008

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