martedì 12 ottobre 2010

Riesame: Cosentino va arrestato

Il tribunale ha ritenuto sussistenti le esigenze cautelari. Il Parlamento aveva respinto l'esecuzione dell'arresto

Il tribunale del Riesame di Napoli ha respinto la richiesta di annullamento dell’ordinanza di custodia cautelare avanzata dalla difesa del parlamentare Nicola Cosentino, coordinatore regionale del Pdl campano. I giudici hanno ritenuto sussistenti le esigenze cautelari, sostenute dai pm Giuseppe Narducci e Alessandro Milita. Il provvedimento restrittivo era stato emesso nel novembre dello scorso anno dal gip di Napoli Raffaele Piccirillo su richiesta dei pm di Napoli Alessandro Milita e Giuseppe Narducci con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa per presunti rapporti tra l’ex sottosegretario e esponenti del clan dei Casalesi. Il Parlamento aveva comunque respinto la richiesta di esecuzione dell’arresto. Per i «giudici della libertà», il parlamentare del Pdl, ex sottosegretario all'Economia, sussiste ancora la «pericolosità sociale»: se non fosse intervenuto il «no» della camera, Cosentino ora sarebbe in cella. Da parte della difesa - gli avvocato Stefano Montone e Agostino De caro - si era sviluppata un'offensiva a tutto campo, ritenendo contraddittorie le motivazioni per l'arresto, allegando alla richiesta di revoca le prese di posizione pubbliche assunte da Cosentino in questi anni, contro i clan camorristici. Per i giudici del Riesame, invece, si tratta solo di «manifestazioni dovute da chi svolge un ruolo pubblico, sarebbe incomprensibile un atteggiamento diverso» (Il Corriere del Mezzogiorno)

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