mercoledì 2 agosto 2017

Il bagnino

di Filomena Baratto

Vico Equense - Il bagnino è una figura indispensabile per la spiaggia e senza il suo contributo verrebbero meno tutti quei servizi che permettono di mandare avanti uno stabilimento balneare. E’ un lavoro stagionale e come tale svolto da ragazzi che cercano la propria autonomia economica per non pesare economicamente sulla famiglia. Ma ci sono anche quelli che da anni svolgono questa attività facendone un vero e proprio lavoro. Li osservo in spiaggia, che vanno da una parte all’altra, sotto il sole che li fa grondare, senza alcuna smorfia di disagio, senza perdersi d’animo, camminando tra la sabbia e la passerella, come chi ha ricevuto una carica per non fermarsi mai. E’ un lavoro monotono e pesante, ci vuole una forza fisica e una concentrazione a ricordare a chi portare le sdraio, i lettini, a risolvere il problema di turno, a cambiare postazione nel giro di qualche minuto, a scattare quando il capo li chiama, all’occorrenza mettersi in barca per controlli in mare o per un salvataggio. E tra un servizio e l’altro hanno quel momento di riposo, riparandosi dal sole sotto un pino o un gazebo, dove sostano per pochi minuti di ombra prima di ripartire di nuovo. Se proprio il caldo li assale, vanno dritti alle docce a rinfrescarsi, a volte ripetutamente per sopportare meglio la calura. Non è solo un lavoro fisico, bisogna essere diplomatici con quei clienti troppo esigenti che li fanno andare su e giù per la spiaggia per l’ombrellone da aggiustare, la sedia rotta, il portaoggetti abbattuto, il lettino difettoso o la posizione che non va bene.
 
La flemma è l’unica arma. La regola è mai arrabbiarsi, per resistere fino al tramonto. C’è poi una differenza tra i bagnini giovani e quelli di maggiore età. I primi sono dolci, affabili, premurosi, anche un po’ inesperti, ma adorabili per come si impegnano, si danno da fare. I secondi sono del mestiere, talvolta avanzano al posto dei ragazzi per mostrarsi più duri e non assecondare il cliente che è solito lamentarsi. Diventano i signori della spiaggia, sorvegliano i giovani, danno ordini sul da farsi, intervengono immediatamente o lasciano anche andare quando credono sia inutile un loro sopralluogo. I giovani bagnini apprendono l’esperienza sul campo, dalle direttive del maestro, non tanto con normali ammonimenti o spiegazioni, ma col loro modo di comportarsi. Su di una cosa sono tutti d’accordo: la mancia. Il cliente paga nel prezzo ogni servizio, pertanto non è obbligatoria. Ma dalle nostre parti è un rituale. La mancia diventa il riscontro di quello che si fa, sia da parte di chi dà, che comprende il lavoro svolto, sia di chi riceve, gratificato dal fruitore del servizio. Di conseguenza la sua mancanza fa pensare a una insoddisfazione del cliente. Essa deve essere spontanea, sentita e non un dovere. D’altro canto però, chi elargisce la mancia sa che, se poi viene meno, non sarà trattato più allo stesso modo. La mancia è segno anche di voler essere trattati al meglio, in un rapporto che ha la durata di qualche mese o più e, come tutti i rapporti lunghi, si cerca di essere affabili e carini. La mancia abituale, fa acquisire un diritto e non offrirla poi, per mancanza di spiccioli o per capire che il servizio viene a costare oltre il dovuto, crea malcontento. Il bagnino riceve molto durante la giornata e a volte in virtù di queste regalie, il contratto vede uno stipendio minimo, mentre invece dovrebbe essere normale visto che la mancia è un di più e non una parte da sommare allo stipendio. A vederli sotto il sole, sempre con sedie sotto le braccia, a spiegare, ad aprire, a chiudere, alzare bandiere, controllare la battigia, sorvegliare chi entra, controllare i biglietti, si capisce l’impegno che bisogna metterci. La spiaggia senza di loro sarebbe un caos. Ogni volta che si sta in difficoltà, gli occhi cercano la maglia rossa o bianca di turno per chiedere aiuto. Non si fermano mai, veri eroi delle nostre spiagge e, a quel punto, assodati i ruoli di chi dà e chi riceve, si instaurano anche piccoli screzi, incomprensioni, rivalse, insoddisfazioni. Il cliente insoddisfatto, con la mancanza di mancia, dimostra il suo disappunto; il bagnino, con la mancata ricompensa, dispensa un servizio appena sufficiente. Una forma di linguaggio che talvolta inasprisce anche i più flemmatici e pazienti operatori, ma crea malumore in chi dovrebbe godere della vacanza. Non si dovrebbe mai dimenticare di stare lì grazie al cliente e il cliente di essere educato e ossequioso nei confronti di una persona che lavora mentre lui riposa. Si vedono, a volte, persone fin troppo maleducate a trattare bagnini come factotum o come il peggiore inserviente. Il lavoro del bagnino è a cura di chi assume e dovrebbe essere tenuto in alta considerazione, ma a sua volta il bagnino non deve diventare un despota della spiaggia decidendo, a sua discrezione, cose che invece vanno erogate per contratto al cliente, una piccola sfida per mostrare a tutti che anche lui esercita un potere. Un lavoratore va sempre tenuto in grande considerazione così come il cliente che permette che quel lavoro possa essere svolto. Il rispetto reciproco è alla base di ogni rapporto umano, anche in spiaggia.

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