mercoledì 31 luglio 2024

Dal Golfo alla Costiera boom di pirati del mare tour proibiti, è allarme

Tutti pazzi per il passaggio tra i Faraglioni la Capitaneria di porto: «È vietatissimo» 

IL FENOMENO

di Antonino Pane - Il Mattino

Il gusto del proibito. Un passaggio sotto il Faraglione o un atterraggio sulla spiaggetta di Crapolla o, perché no, un bel giro tra gli scogli dei bagni della Regina Giovanna. Brividi da regalare ai passeggeri in cambio di laute mance; o anche mostrare alla fidanzata come si è bravi al timone; oppure un passaggio solo per far piacere all'amico o all'amica. Per il passaggio sotto il Faraglione ci sono aneddoti a volontà. Addio al celibato con brindisi incluso; passaggi a raffica per accontentare la diva in vena di emozioni forti; gare di velocità al tramonto con sfruttamento compreso. C'è anche chi per strafare ci ha rimesso la barca o, almeno, ci ha rimesso un bel po' di soldi per rifare le fiancate. 

LE BRAVATE 

Il brivido dei Faraglioni piace. Basta fermarsi ad osservare da Punta Tragara per capire immediatamente quali sono le barche che intendono provare. Il comandante della Capitaneria di Porto di Capri, Francesco Potenzieri, ribadisce che il passaggio sotto il Faraglione «non è vietato, è vietatissimo». Purtroppo non possiamo essere sempre in quella zona, ma cerchiamo di esserci spesso proprio per fermare questa pratica, radicatissima ma anche estremamente pericolosa.

 

«I Faraglioni - aggiunge Potenzieri - sono nella fascia di rispetto dalla costa e per questo in quell'area non si può assoluta navigare». Rispunta la questione delle distanze dalla costa che, senza motovedette a fare da deterrente, vengono ignorate. È per questo che il sindaco di Anacapri, Franco Cerrotta, è intenzionato, con la sua amministrazione, a porre un campo di boe lungo l'area di competenza del Comune di Anacapri. «Troppi abusi, impossibile controllare tutti, le boe segnaleranno subito chi non rispetta le regole». Anacapri ha 6,4 chilometri di costa dei dieci complessivi dell'isola di Capri. «Noi vogliamo difendere il nostro territorio, lo dobbiamo ai cittadini - ha sottolineato Cerrotta - e ai nostri figli. Chi va per mare vede scene incredibili. Dobbiamo fermare questo pericolo continuo». Cerrotta con l'amministrazione di Anacapri è impegnatissimo nel richiedere l'immediata istituzione dell'Area Marina Protetta sull'isola di Capri. Su questo terreno si è consumata anche l'alleanza preelettorale con l'attuale sindaco di Capri, Paolo Falco. Ora, però, verso l'istituzione dell'Amp si viaggia a velocità diverse. E proprio per dire quanto sia importante stabilire regole certe per la navigabilità intorno a Capri viene segnalato che a pochi giorni dalla posa, è stato tranciato il cavo delle boe che impediscono l'arrivo delle barche a Marina Piccola. Si tratterebbe di una bravata, secondo alcuni visitatori della zona, perché il filo è stato riagganciato dopo pochissimo tempo. Un segnale, comunque, di come è necessario avere un ente di tutela addetto proprio alla delimitazione delle aree protette. Da Capri a Punta Campanella a Positano. E poi giù verso Amalfi, Punta Licosa e il Cilento. Aree Marine Protette, paradisi da difendere a qualunque costo anche da coloro che al timone di una barca si credono immuni solo perché l'occhio della Guardia Costiera non può essere dappertutto. 

I DIVIETI 

Ed è così che è nata l'esigenza, messa in campo, ad esempio, dall'Area Marina Protetta di Punta Campanella, di dotare le barche che svolgono esercizio commerciale di Ais, un sistema identificativo che consente all'Autorità marittima, da remoto, di controllare rotte e velocità. Il disciplinare impugnato da molte società di charter ha trovato la sostanziale adesione del Tar tant'è che il ricorso è stato ritirato. Le rotte sono fondamentali perché si misura la distanza dalla costa; si controlla, cioè, se la navigazione ha rispettato le distanze di sicurezza. La velocità, invece, è altrettanto importante perché spingere a manetta significa aumentare il moto ondoso e, quindi, disturbare chi sta facendo il bagno o è su una barca alla boa a prendere il sole. Insomma la corretta fruibilità del mare consentirebbe a tutti di goderlo in maniera più piacevole. Il presidente del parco, Lucio Cacace, ha voluto sottolineare che non c'è nessun intento punitivo nella decisione adottata dall'Amp Punta Campanella. «Si tratta solo di regolamentare meglio la navigazione per consentire anche ai charter di accontentare i loro clienti». Insomma chi svolge l'attività regolarmente non ha nulla da preoccuparsi. Quelli che vogliono campo libero, invece, devono rivedere i loro comportamenti. E proprio per far verificare con gli amministratori dei comuni nell'Amp la necessità di provvedimenti mirati alla sicurezza, l'Area Marina Protetta di Punta Campanella, sta organizzando un tour via mare mirato verso aree più critiche lungo la costa di sua competenza.

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