giovedì 4 marzo 2010
Voti Pisacane ma scegli lei
Regione Campania - Pochi giorni fa, mentre parte della giunta di cui è sindaco ad Agerola voleva farlo cadere, Michele Pisacane, parlamentare Udc, aveva detto: «Le beghe non mi interessano, le sorti del paese invece sì». Aveva già candidato alle regionali la moglie, Annalisa Vessella "in Pisacane". Lui ha già due cariche, lei usa un nome noto. Votando il cognome di lui, stampato sui manifesti, in realtà viene eletta lei. Non c'è il rischio che la politica diventi un affare di famiglia? «Non credo proprio». Come nasce la candidatura della sua signora? «Mia moglie è segretario comunale a Palma Campania, attualmente in aspettativa: deve partorire a fine mese. La politica le è sempre piaciuta. Io sono sposato con lei da due anni, ero rimasto vedovo qualche anno fa. Certo se avessi spinto a far politica una donna che non era mia moglie avrebbe fatto più notizia». In che senso? «Dico, se non fossimo stati sposati». Perché non un'estranea, una donna non parente? «Mia moglie ha una grande passione per la politica, però non so se si svilupperà. Ma se c'è un lavoro da fare e uno è salumiere, non credo che sia giusto privilegiare la salumeria degli altri». Scusi? «Lei è iscritta al partito, conosce perfettamente i nostri vertici. Il fatto che sia mia moglie è un'aggravante. Mi rendo conto che si può incorrere nella disputa familismo sì familismo no. Ma per me questa questione è piuttosto sbiadita. Se uno non prende le preferenze dalla gente nelle urne, fino a prova contraria ancora sovrane, non c'è niente da fare. E in questo gioca poco la parentela. Se mia moglie fosse stata messa nel listino a livello nazionale, si poteva pensare male. Ma lei deve sostenere una battaglia». Con il nome di un marito già conosciuto, deputato e sindaco. «Io l'aiuto, è inutile essere ipocriti». Non è una battaglia faticosa, all'ultimo mese di gravidanza, cos'è maschio o femmina? «Una bambina, un'altra Pisacane. Voterò per due donne. Per non affaticarsi mia moglie lavorerà più al telefono. Il nome da sposata l'ha aggiunto perché lo prevede il codice civile: le donne coniugate o vedove possono aggiungere al proprio cognome quello del marito. La giunta regionale ha messo questo articolo nel suo sito. Io mi sono sposato in chiesa, perché mia moglie non dovrebbe usare il mio nome? Le donne devono farsi conoscere». Magari da sole, non crede? «Ma scusi queste pari opportunità le dobbiamo incentivare o no? Ogni lista deve avere almeno un terzo dei due sessi. E si fatica a raggiungere la parità. Perché non dovrebbero scegliere il nome del marito? Anzi, guardi, io ringrazio mia moglie, perché di solito i giornali sono interessati ai gossip, non a queste cose. Invece con questa storia io mi sono fatto un po' di pubblicità». (Stella Cervasio Repubblica Napoli)
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1 commento:
Il nome della signora Pisacane,mi è stato detto da un amico,dicendomi che la candidata apparteneva a generazioni di politici,incuriosita di ciò sono andata a verificare , prima di dargli il mio voto.Ebbene ,da donna sono rimasta delusa,come può una persona candidarsi,con il nome del marito? Questo a mio avviso sta a significare che la consorte dell'esponente dell'udc,non ha alcuna fiducia del suo nome,e come può pensare di governarci se in primis si nasconde dietro il cognome del marito?de poveri noi,in mano a chi stiamo.Spero che la sig.Pisacane legga ciò che ho scritto,ero propensa a dargli il mio voto perchè credo nelle donne,ma spesso talune donne mi fanno essre concordi con la gran parte degli uomini,ossia che la donna sta sempre un passo dietro ad essi.'
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