Massa Lubrense - Imbarcazioni a motore, pesca con la lenza, in apnea con fiocine, coltelli e rampini per cacciare polipi, ricci e stelle marine, transito e sbarco di turisti direttamente sulla piattaforma di attracco, vendita di cibo, bevande e gelati da barche che su richiesta si spingono fino al bagnasciuga. All’apparenza sembrerebbe di assistere ad una delle tante classiche giornate da spiaggia dove sole e mare sono le uniche preoccupazioni di turisti, bagnanti e visitatori della costiera sorrentina. Invece siamo in zona B, nel pieno della riserva marina protetta di Punta Campanella, nel meraviglioso e suggestivo scenario della Baia di Ieranto, dove tutto, o quasi, dovrebbe essere vietato. Donato al FAI nel 1986 si tratta di uno dei più importanti siti naturali del mondo e rappresenta il più impegnativo restauro ambientale mai realizzato con una campagna di scavi iniziata a cura della soprintendenza archeologica di Napoli e Caserta nell’ambito di un progetto generale durante il quale sono venute alla luce due fornaci circolari per la produzione della calce, i resti di un edificio risalente probabilmente al secondo secolo dopo cristo ed una infinità di frammenti ceramici. Un’area incantevole e meravigliosa dove nel pieno dell’estate si susseguono una raffica di violazioni al regolamento stesso della riserva marina protetta di Punta Campanella. Nella mattinata di ieri è dovuta intervenire anche la guardia costiera con una motovedetta della capitaneria di porto di Castellammare di Stabia per avvicinare, sanzionare ed allontanare dai pressi della “Baia di Ieranto” un grosso yacht all’ormeggio. Sulla vicenda sono intervenuti anche gli ambientalisti del wwf sezione penisola sorrentina che da giorni stanno segnalando la presenza nelle acque protette della baia di pescatori ed imbarcazioni che a velocità sostenuta oltre ad inquinare mettono a rischio l’incolumità dei bagnanti presenti in mare. Lascia perplessi la presenza all’interno del sito protetto di una barca in vetroresina di colore azzurro con una tenda bianca adibita alla vendita, presumibilmente abusiva, di vivande e bevande che su richiesta di turisti e bagnanti si spinge fino al bagnasciuga ed al pontile con piattaforma di attracco per i mezzi del parco marino e delle forze dell’ordine. Constatata anche la pesca di polipi e stelle di mare con una assidua presenza di pescatori provetti dediti alla pesca con la lenza anche dai pedalò. (Vinmar il Giornale di Napoli)
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