mercoledì 18 agosto 2010

Le cossighiane...

Tutti i quotidiani dedicano intere pagine alla scomparsa di Francesco Cossiga, tirando fuori dal cassetto fotografie d’epoca, testimonianze, ricordi ecc. Ce ne sarebbero di cose da dire, sul “Picconatore”. Restano celebri le sue frasi. Tra le creazioni cossighiane in questo senso è stata sicuramente quella affibbiata nel 1992 ad Achille Occhetto: "Farebbe meglio ad andare a zappare e a cogliere margherite. Ma mi fa un po' schifo pensare che la terra possa essere violata e le margherite colte dalle manacce degli zombie coi baffi...". E mentre Luciano Violante diventò il "piccolo Vysinskij", accostato con un pizzico di perfidia al procuratore generale dei processi staliniani, Francesco Rutelli si trasformò in uno tra i più celebri bambolotti italiani. E Pietro Folena si meritò un giudizio tranchant: "Più che un politico, un indossatore mancato". Più recentemente, Cossiga ironizzò anche su Walter Veltroni: "So che dopo la bella e coraggiosa intervista ad Al Arabiya del presidente Usa Obama - disse un anno fa- Walter Veltroni ha presentato domanda alla Corte d'appello di Roma per poter cambiare il suo nome in Walter Hussein, e che si è presentato alla moschea di Roma per farsi musulmano". Ma anche Cossiga ha ricevuto nel corso del suo lungo percorso politico qualche soprannome: nei primi cinque anni al Quirinale è stato "il canguro silente"; poi, negli ultimi due, vulcanici, anni da capo dello Stato è diventato il "grande esternatore" e, soprattutto, il "Picconatore". La giornalista dell'Economist Tana de Zulueta, poi parlamentare del centrosinistra, lo ribattezzò "la lepre marzolina" e più recentemente Roberto D'Agostino, deus ex machina di Dagospia, ha coniato per lui il termine "il Gattosardo".

Cossiga intervistato da Chiambretti (1992)


Nessun commento: