martedì 4 febbraio 2025

Sorrento. L'intervista Salvatore Galasso «Io, miglior portiere d'albergo d'Italia la nostra ospitalità conquista i turisti»

di Massimiliano D'Esposito - Il Mattino

Sorrento - «L'intelligenza artificiale non potrà mai sostituire i concierge e gli altri addetti all'ospitalità». Parola di Salvatore Galasso, premiato come miglior portiere d'albergo d'Italia nel corso del congresso di Solidus, il forum permanente delle associazioni professionali del mondo dell'accoglienza, che si è tenuto a Montegrotto Terme, in provincia di Padova. Il 54enne responsabile della reception dell'hotel Continental di Sorrento, sposato con Carmela e padre di due figli, ha ricevuto il premio dalle mani del presidente de Le Chiavi d'Oro Faipa, Mauro Di Maio, anche lui sorrentino doc e il più giovane della storia ad ottenere la targa nel 2008. Una vita, la sua, dedicata all'accoglienza? «Ho cominciato a lavorare a 18 anni, anche tardi rispetto a molti altri colleghi, iniziando come ragazzo del bar e poi sono passato alla ristorazione. Infine, il passaggio alla reception degli alberghi della Costiera e, per alcuni brevi periodi, anche in altre zone d'Italia. Sono 35 anni che lavoro nel turismo». Ed ora ha ricevuto il giusto riconoscimento a questa prima parte di carriera. «Un premio inatteso che mi gratifica moltissimo e rappresenta un importante segnale per i giovani che si avvicinano a questa professione. Un premio che al tempo stesso certifica gli elevati standard di qualità dell'ospitalità a Sorrento, che non è seconda a nessuna località turistica di tutto il mondo. Prova di ciò è il fatto che negli anni scorsi hanno ricevuto la targa altri colleghi sorrentini come Mauro Di Maio, Antonino Galano nel 2011, Antonino Aversa nel 2016 e Giulio Galano due anni fa».

 

Ne avrà vissute di esperienze in questi 35 anni, ci racconti quella più singolare. «Mi viene in mente di quando ricevetti la richiesta da una camera di contattare un sacerdote per la benedizione di una coppia in chiesa. Chiamai il parroco della Basilica di Sant'Antonino e presi tutti gli accordi. Dopo pochi minuti arriva una seconda telefonata dalla stessa stanza, mi spiegano di precisare che si tratta di una coppia gay. Ovviamente non se ne fece nulla». Altri episodi? «Ricordo di quando fui chiamato a intervenire in una camera dove il nonno era stato più volte accoltellato dal nipote psicolabile. Purtroppo può accadere anche questo in un albergo». Di sicuro incontra anche clienti difficili. «Non mancano mai. I più esigenti, quelli che fanno le richieste più complicate da soddisfare sono i nuovi ricchi che arrivano dai Paesi della Brics (Brasile, Russia, India e Cina, ndr), mentre quelli più diffidenti sono pakistani, israeliani e indiani». Ha a che fare con viaggiatori di tutto il mondo, ma quante lingue parla? «Correntemente quattro: inglese, francese, spagnolo e tedesco». Sono quelle che le consentono di comunicare un po' con tutti? Altrimenti potrebbe arrivare in soccorso l'AI? «L'intelligenza artificiale, come tutte le innovazioni tecnologiche, si rivelerà di certo utile affiancando gli addetti all'ospitalità, ma non potrà mai sostituirli. Un aspetto quotidiano del nostro lavoro è proprio relativo al numero impressionante di persone con le quali interagiamo, sempre nuove e con i propri usi e costumi. Grazie alla sensibilità ed all'esperienza maturata è possibile capire chi si ha di fronte e quali saranno le sue esigenze. Che ci crediate o no nel novanta per cento delle volte sarà confermato dai riscontri che si hanno durante il soggiorno». 

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