mercoledì 26 febbraio 2025

Bartolo Longo presto santo campane a festa a Pompei "Commossi da Bergoglio"

Viaggio nella città dopo l'annuncio "Per noi è una vittoria, qui dal suo arrivo cambiò ogni cosa" 

di Dario Del Porto - La Repubblica Napoli 

Pompei - «Qui non c'era niente, grazie a lui abbiamo una città», spiega il vicerettore del Santuario di Pompei don Andrea Fontanella e questo già racconta molto del profondo legame tra la comunità e il beato Bartolo Longo, "l'avvocato della Madonna", il giurista devoto a Maria che diventa santo nell'anno dei Giubileo. All'annuncio del Vaticano, l'arcivescovo monsignor Tommaso Caputo non nasconde l'emozione: «Ogni parola sembra incapace di spiegare tutta la nostra commozione e gratitudine per il Papa che, pur in un momento di sofferenza, dall'ospedale Gemelli, ha voluto concedere questa grande gioia». Dieci minuti dopo mezzogiorno, le campane a festa salutano la notizia. Salvatore Iaccarino è appena arrivato a Pompei, in pellegrinaggio da Sorrento insieme ad amici e familiari. «Era ora, lo aspettavamo da un sacco di tempo», commenta mentre nella piazza si avvicendano fedeli e scolaresche. All'ingresso del Santuario, suor Maria Gabriella corregge con un sorriso radioso il visitatore che chiede della cappella del beato. «Santo. Da oggi è santo». Nato in un piccolo paese della provincia di Brindisi, Latiano, Bartolo Longo arriva a Pompei per amministrare i beni della contessa Marianna Farnararo vedova De Fusco, che poi sposerà. L'8 maggio 1876, pone la prima pietra del Santuario che oggi attira in media 2 milioni di visitatori l'anno, moltissimi provenienti dal Sud d'Italia e dall'estero. «Dal suo arrivo nella Valle di Pompei, per questa terra cambiò ogni cosa - spiega l'arcivescovo - abitavano qui pochi contadini. Poi cominciò a svilupparsi una vera e propria città, gli istituti di accoglienza degli orfani e dei figli dei detenuti, l'ufficio postale e telegrafico, via Sacra, le case operaie, la stazione ferroviaria, la fontana pubblica». Maggio e ottobre sono i mesi dei cammini di preghiera per la Madonna del Rosario. Gruppi di fedeli organizzati da parrocchie e associazioni raggiungono a piedi la città degli Scavi, moltissimi si muovono anche spontaneamente.

 

Ad accogliere i pellegrini ci sono i volontari che, racconta il coordinatore, Vincenzo Del Sorbo, brigadiere capo dei carabinieri in congedo, «si occupano di tutte le esigenze dei visitatori. A maggio è il momento più intenso, la mia giornata inizia alle 4 del mattino e si conclude alle 8 di sera. Quando abbiamo saputo che il beato diventa santo - racconta Del Sorbo - ho pensato: finalmente. Ogni sera recitavamo una preghiera per lui. Quello che avevamo sempre chiesto si è avverato ». Una donna di nome Maria, accanto a lui, annuisce: «Lo vedo e ancora non ci credo». Ma è un momento importante per tutta la città, non solo per la comunità religiosa. Oggi è in programma a Roma l'audizione del Comune di Pompei e delle altre nove finaliste che si contendono il titolo di capitale della cultura. «Sono emozionato e orgoglioso - afferma il sindaco Carmine Lo Sapio - con la canonizzazione del suo fondatore la Nuova Pompei sarà meta di milioni di pellegrini. Troveranno una città pronta e accogliente». L'arcivescovo Caputo ricorda la modernità della figura di Bartolo Longo: «Ha compreso l'importanza della comunicazione in tempi di diffuso analfabetismo, scrivendo libri, diffondendo la buona stampa e pubblicando un periodico, "Il Rosario e la Nuova Pompei", distribuito ancora oggi in tutto il mondo in centinaia di migliaia di copie». A 45 anni dalla beatificazione decisa da Giovanni Paolo II, papa Francesco prepara il Concistoro. «E io andrò a Roma », assicura Maria Gelso. Passa una mamma con una bimba: «Si chiama Vittoria». Una suora le sorride: «Oggi è proprio la nostra vittoria ». Teresa De Martino è talmente emozionata da non riuscire quasi a parlare quando racconta un aneddoto: «Tanti anni fa ero in auto, seduta davanti con mia figlia piccola in braccio. Avevo messo la corona del Rosario intorno allo specchietto. Faceva rumore, mio marito mi disse di toglierla. Risposi di no: "Il Beato Bartolo Longo mi ha detto di lasciarla". Strinsi forte la corona tra le mani e proprio in quel momento un'auto inseguita dalla polizia ci tagliò la strada. Ci fermammo a pochi centimetri da un palo. Mia figlia sarebbe rimasta schiacciata, invece è qui. È stata una grazia del Beato. Anzi, del Santo».

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