giovedì 10 novembre 2011

Guerra al bracconaggio, azione sul campo del Wwf e Corpo Forestale

Blitz a 360° gradi in Penisola Sorrentina da parte del Corpo Forestale dello Stato di Castellammare di Stabia che ha portato all’individuazione ed allo smantellamento di numerose postazioni per il bracconaggio. Le operazioni hanno preso il via dalle numerose segnalazioni che continuano a pervenire al C.F.S. di Castellammare e alla segreteria S.O.S. Ambiente del WWF Penisola Sorrentina, spesso proprio da parte di escursionisti o turisti che nel percorrere in lungo e in largo i sentieri della nostra Terra delle Sirene si sono imbattuti attoniti in tali “postazioni” di sedicenti cacciatori. Le segnalazioni hanno portato ad interventi operativi che si sono conclusi dopo estenuanti nottate col sequestro sulle colline da Vico Equense a Massalubrense di numerosi impianti elettronici, fonofili e altoparlanti per riprodurre il verso degli uccelli da cacciare, di decine di lacci fuorilegge per la caccia al cinghiale rinvenuti in località Pozzano a Castellammare, di diverse trappole e di una rete da uccellagione lunga oltre 10 metri che issata su alti pali serviva a catturare gli uccelli in località S.Agata, per tale reato, accertato in giornata di silenzio venatorio, è stato denunciato in stato di libertà C.L. di 71 anni. Le reti da posta, oltre ad essere illegali, sono un modo barbaro e crudele di catturare gli uccelli: esse non sono selettive e vi si può impigliare di tutto…poi gli uccelli, a volte, vengono lasciati così, incastrati tra quei mortali fili di nylon, per giorni disidratati ed agonizzanti e spesso quando il vigliacco bracconiere giunge sul posto a recuperare il “bottino” quel che tira giù dalla rete sono solo cadaveri!!! Anche i lacci-cappio costruiti con filo d’acciaio sono letali: vengono disposti nel terreno avendo cura di occultarli finchè il povero animale non incapperà in essi. Di lui, a volte, i volontari WWF hanno ritrovato solo miseri resti. Zampe, ad esempio, di animali selvatici e anche di domestici, specie di cani. Il malcapitato, infatti, nel tentativo di fuggire, arriva ad amputarsi l’arto.



Strumenti letali nei quali può incappare chiunque, uomo compreso. Del resto le trappole vengono piazzate lungo i sentieri frequentati abitualmente e non solo dalla fauna selvatica. Il fenomeno della caccia senza regole investe ormai l’intera penisola. Le zone sono quelle strategiche per il passaggio autunnale degli uccelli migratori, sulla cima delle colline di fronte al mare: da Punta Campanella al monte Faito!!! “Quello del bracconaggio, che potrebbe apparire una semplice, atavica, crudele ed anacronistica usanza, è spesso un vero e proprio business - dichiara Claudio d’Esposito Presidente del WWF Penisola Sorrentina - Sapete che fine fanno le centinaia di uccelli che finiscono nelle maglie dei bracconieri? Una parte finisce sulle tavole, altri (i più fortunati???) in anguste gabbie o malsane voliere ed altri ancora (i più rari) foraggiano il fiorente mercato di pseudo/amatori e collezionisti, o vengono venduti ad altri bracconieri come richiami vivi per attirare nuove prede. Un cardellino “che canta bene” può essere quotato oltre 1000 euro!!!Mentre un esemplare del rarissimo passero solitario (monticola solitarius), il “merlo” dal piumaggio azzurro conosciuto come “mierulo petrarulo”, trafugato dal nido e svezzato fino alla muta, può essere acquistato per poco più di 500 euro!!! Il bracconaggio non è solo una piaga e una seria minaccia per la nostra fauna ma è anche un reato punito dalla legge!!! Le indagini e gli interventi antibracconaggio in penisola sorrentina continueranno in questi giorni e, grazie alla disponibilità e alla professionalità del Corpo Forestale dello Stato e del nucleo antibracconaggio della Polizia Provinciale e alla collaborazione di guardie venatorie, siamo fiduciosi nel riuscire ad individuare ancora diversi responsabili. E intanto sempre più numerosi sono anche i rapaci (specie protette), impallinati e feriti, che affollano il Centro di Recupero Fauna Selvatica del Frullone a Napoli.
“Tutto ciò ci preoccupa - conclude Claudio d’Esposito - ma siamo convinti che la presa di coscienza sempre maggiore da parte dei cittadini e la nuova cultura ambientalista ci aiuterà, se non a sconfiggere del tutto, quantomeno a reprimere nel tempo tale aberrante fenomeno.”

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