Legambiente: “Primi temporali e la storia si ripete: disagi, allarmi e allagamenti. Paghiamo un ritardo nella politica di prevenzione e manutenzione del territorio
“Primi temporali e la storia si ripete: il maltempo è arrivato porta subito con sé allarmi, allagamenti e disagi in tutta la Regione. Pochi temporali mettono ancora una volta in ginocchio un territorio che risulta ogni anno più fragile, martoriato dall’abusivismo, dagli incendi, dalla scarsa manutenzione degli alvei e dall’urbanizzazione irrazionale. Solo il 14% dei comuni svolge un lavoro positivo sulla mitigazione del rischio idrogeologico, siamo in ritardo sulla prevenzione e manutenzione del territorio. Ed in una Campania dai piedi d’argilla , il prossimo 18 settembre la Regione Campania si appresta ad approvare il disegno di legge sul piano paesaggistico che avrà conseguenze gravissime su un territorio già martoriato”. In una nota Anna Savarese, vicepresidente Legambiente Campania riporta l’attenzione sul dissesto idrogeologico, fenomeno che in Campania con l’arrivo delle prime piogge provoca ogni anno maggiori disagi e purtroppo a volte anche disastri. In Campania, numeri e cifre evidenziano drammaticamente la rilevanza dei pericoli legati al rischio idrogeologico. Sono 504 i comuni campani in cui sono presenti zone ad elevata criticità, l’estensione di tali aree esposte a rischio è pari a oltre 2.597 kmq (cioè circa il 19% della superficie dell’intera regione). Secondo dell’indagine Ecosistema Rischio di Legambiente e Dipartimento Protezione Civile ben l’87% dei comuni intervistati ha nel proprio territorio abitazioni in aree golenali, in prossimità degli alvei e in aree a rischio idrogeologico e il 36% presenta interi quartieri in tali aree. Oltre la metà dei comuni in cui siano presenti zone esposte a rischio ancora non realizza una manutenzione ordinaria delle sponde, delle opere di difesa idraulica e più in generale del territorio. Solo il 58% dei comuni, si è dotato di un piano di emergenza da mettere in atto in caso di frana o alluvione e appena un terzo dei comuni ha aggiornato il piano negli ultimi due anni: fatto estremamente importante giacché disporre di piani vecchi può costituire un grave limite in caso di necessità.
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