Gentili Amministratori della città di Vico Equense, mi si consenta, quale comune cittadino, di sottoporre alla vostra cortese attenzione alcune riflessioni, spero non peregrine, riguardanti la destinazione da dare all’Istituto ‘SS. Trinità e Paradiso’ che il Comune finanzia fin dalla sua fondazione (1681, donazione del suolo, 1700 donazione di un vicolo per consentire l’ampliamento, 1929 istituzione Istituto Magistrale, concessione borse di studio e altri benefici, canoni di affitti, ecc. fino al 1990). Questo educandato femminile alle dipendenze del Ministero della P.I (ora MIUR) con annesso istituto magistrale parificato, è gestito da una commissione amministrativa di tre membri nominata dal MIUR, di durata triennale che, per i compiti di istituto ha disponibile un edificio storico e diversi cespiti immobiliari. Svolge le sue funzioni in base ad un regolamento e uno statuto dettati dal Ministero specificatamente per gli educandati femminili sottoposti al suo controllo. La storica istituzione non esercita più né il convitto per giovani educande né l’attività scolastica e il Comune, finanziandola con i canoni di locazione e le manutenzioni, ne consente l’uso da parte di un soggetto politico estraneo alla città e che non è sottoposto a controlli, per quanto si sappia. Infatti, non esercitando più i suoi compiti istituzionali, praticamente la commissione amministrativa, anche se legittimata da nomina ministeriale, esercita funzioni abusive e tutti i suoi atti potrebbero essere dichiarati nulli. Essendo pubblico il patrimonio, se il Comune ne avesse la piena disponibilità, potrebbe destinarlo ai servizi comunali di cui la comunità ha tanto bisogno o restituirlo alla primitiva funzione. Le passate gestioni dell’ente, hanno alienato i terreni di proprietà e l’hanno gravato di enormi debiti, con comportamenti illeciti e senza conseguenze per i responsabili. Il Comune, con le sue locazioni, fa pagare ai cittadini il deficit che altri dovrebbero onorare. Infatti, mettere scuole materne, biblioteca, centro anziani ed altri uffici in quello stabile, è stata una libera scelta delle Amministrazioni. Le entrate dell’Istituto, costituite da locazioni, parte sono sottoposte ad amministrazione giudiziaria per il pagamento dei debiti e parte sono gestite dal presidente di una fantomatica commissione che assume anche oneri e partecipazioni a fondazioni sine titulo. Non si ha notizia di controlli da parte dei Ministeri (MIUR e Ministero Economia e Finanza), della Corte dei Conti e del Comune che ne è il principale finanziatore (affitto di locali e manutenzioni straordinarie).
In più il Comune ha provveduto anche a rendere agibili alcuni di questi locali con interventi straordinari, per funzioni diverse da quelle istituzionali. Cosicché la città mantiene e migliora un bene pubblico che suoi rappresentanti, nominati dal Ministro I.U.R., pensano a gestire come fosse proprietà privata. O meglio ne gestiscono una parte, trascurando di intervenire nelle parti inagibili e in dissesto. Nello Stato di Diritto ciò è inconcepibile e inaccettabile. Il palazzo dovrebbe essere salvaguardato dal degrado e messo a disposizione della comunità equense, visto che lo Stato non è interessato né a cederlo al Comune né a venderlo né a renderlo agibile per altri scopi, né a effettuare la manutenzione di cui ha urgente necessità (la cappella e molti ambienti sono chiusi perché inagibili a causa del terremoto del 1980), né intende pagare i debiti sfuggiti al suo controllo. Il Consiglio comunale che approva i piani finanziari e i programmi dell’Amministrazione, nell’esame degli oneri che si assume, non può disinteressarsi del problema. Nel passato non si è mai occupato del caso se non per approvare a scatola chiusa le spese ad esso riferibili. Ha chiesto la cessione del patrimonio immobiliare di cui trattasi senza finora ottenerlo, forse perché ha sbagliato indirizzo. Se i predecessori dell’attuale gestore hanno potuto vendere alcune parti del cespite immobiliare, anche quest’ultimo può farlo. A chi venderà? Di denaro in giro e di provenienza incerta ce n’è in abbondanza, in cerca di investimenti. Nel 1994 l’amministrazione comunale chiese al comitato di gestione di vendergli il giardino parallelo al Viale Rimembranza. Quello, non volendo assumersi responsabilità propose l’esproprio e si oppose quando il Comune lo deliberò. Il TAR gli dette torto e il Comune lo acquistò contribuendo così già da allora all’alleggerimento del default dell’ente. L’attuale comitato di gestione scade tra pochi giorni e se non si interviene esso potrebbe essere confermato per altri tre anni. La competenza a nominare la commissione amministrativa è, per suo decreto, del Ministero della P.I. Ammesso che l’ente sia ancora in vita perché manca una sentenza o un decreto di estinzione, avendo rinunziato all’Educandato con convitto e all’Istituto scolastico, quel Ministero è ancora competente? O il controllo dovrebbe passare al Ministero dell’Economia e Finanze che si occupa del patrimonio dello Stato? O dovrebbe farlo il Comune, rivendicando il diritto di subentrare alla commissione amministrativa per restituire alla cittadinanza l’educandato e l’istituto scolastico dismessi senza il suo consenso o anche soltanto per disporne per il meglio? Per prassi costante, fino al 1990 la nomina del Comitato di Gestione era effettuata dal Ministro dell’Istruzione su proposta del Provveditore agli Studi di Napoli, che chiedeva al Sindaco di Vico Equense i nomi da proporre. Ruppe questa prassi quel Provveditore agli Studi che trasmise al Ministero i nomi suggeriti dal consigliere regionale democristiano equense dell’epoca, nominando persone non di Vico. Si ritornò al rapporto sindaco-provveditore con il sindaco Fermariello. Le ultime nomine sono state il frutto di un accordo politico a livello romano, ignorando gli interessi legittimi del Comune di Vico Equense. Nascono spontanee delle domande: escluso l’interesse politico per ovvi motivi, perché una certa sigla partitica ha voluto per tre suoi aderenti di cui due neanche conoscevano l’esistenza di Vico, ottenere la gestione del nostro ente indebitato, il cui statuto non consente neanche il riconoscimento di una indennità per l’amministrazione? Perché alcune persone solidarizzano e condividono le iniziative dell’attuale amministratore? Fa gola proprio lo stato di abbandono in cui l’Ente si trova? Perché il Ministro non ha sostituito i consiglieri dimissionari o assenti, come dettato dallo Statuto? La nomina del Consiglio di Amministrazione fatta dal Ministro Gelmini fu uno sfregio alla città e meritava almeno una protesta a difesa della dignità di tutti noi, che purtroppo non ci fu. Mi pare che il Comune debba rivendicare almeno il diritto di partecipare alla nomina del Comitato di gestione. Del resto, chi meglio del Comune può assicurare una corretta gestione e il risanamento? Visto che il Comune, con il denaro dei cittadini mantiene in vita l’ente, con le locazioni consente di pagare i debiti e ha bisogno di quella struttura, non vi pare giusto che sia esso direttamente chiamato a gestirlo? E’ il caso, forse, di aprire una trattativa per la cessione ma, per l’immediato, è opportuno rivendicare la gestione con l’impegno a restituire a quello storico immobile la dignità e la funzione che gli spetta. Del resto, se il Consiglio comunale decidesse di non versare più un euro, chi pagherebbe i debiti e il mantenimento? Insomma, se oggi si assicurano delle entrate all’amministratore dell’ente e non si dispone dell’intero edificio a pieno titolo e non lo si può sottoporre a manutenzione per la sua conservazione e il suo ottimale uso, la responsabilità, a mio parere, è anche e soprattutto del Consiglio comunale di Vico Equense, che ci rappresenta tutti e ha il potere di decidere per tutti. Che decida subito, per quanto riguarda la gestione dell’ente e, con un attento esame sul piano del diritto, per tutto ciò che riguarda la proprietà e la destinazione da dare al complesso immobiliare. Come si vede, ho posto alcuni interrogativi che operatori del diritto e gli amministratori possono meglio di me esaminare. E’ però compito del Consiglio, approssimandosi la discussione sul bilancio e la conferma o sostituzione dell’attuale Comitato di gestione dell’ex Istituto, affrontare l’argomento e dare alla Giunta le sue disposizioni. Ritengo che il Sindaco e la Giunta non mancheranno di sottoporre al Consiglio le loro sensate e meditate proposte. Chiedo scusa per il disturbo e porgo distinti saluti. Vico Equense, 17 settembre 2012
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