
“Una mattina trovai le serrande di tutti i miei esercizi forate da colpi di arma da fuoco- racconta Orsino nel libro- fu quello il primo segnale dell’inizio della fine”. Inizialmente l’imprenditore riuscì ad affrontare le richieste di pizzo, ma man mano che queste diventavano sempre più esose e asfissianti, fu risucchiato nella morsa dell’usura, fino a scoprire che sia le tangenti che l’usura venivano dallo stesso clan che lo stava strozzando. Non riuscendo a più a coprire le richieste dei camorristi, si è visto costretto a cedere prima i mobili, poi gli immobili, fino alla perdita di tutto, a vivere di carità. Lo Stato stesso non si è dimostrato all’altezza delle aspettative di giustizia della vittima, quando Orsino ha denunciato i suoi aguzzini, archiviando la denuncia per usura “in quanto esistevano rapporti antecedenti con gli usurai”, e bloccando in tal modo la possibilità di accedere ai fondi di solidarietà destinati alle vittime di camorra, mentre i debiti contratti per fronteggiare estorsori e usurai gli hanno causato fallimento ingiustamente etichettato come “doloso” e fatto mettere persino la casa all’asta. Tutti gli sforzi fatti poi per rientrare nel tessuto produttivo, iniziando una nuova attività, sono stati vanificati dalla persecuzione dei criminali. Ma con coraggio e dignità, l’uomo ha osato denunciare tutto, diventando un simbolo vivente, con la sua coraggiosa famiglia, la moglie e il figlio, presenti in sala, della lotta alla camorra. La sua testimonianza è un invito per tutti ad imboccare la strada della legalità. Così come “Cravattari”, il bellissimo e pluripremiato lavoro scritto da Fortunato Calvino nel 1994, e rappresentato in più di 830 repliche in tutt’Italia. Cravattari è il nome con cui vengono definiti a Napoli gli usurai, gli strozzini, coloro i quali prendono al collo i debitori con la richieste di interessi spropositati e perseguono, con criminale sistematicità, l’annientamento economico, psicologico e morale delle proprie vittime. Il maestro Fortunato Calvino ha fondato nel 1989 con l'attrice Rosa Fontanella l’Associazione Culturale Metastudio 89 proprio con l’obiettivo di contribuire alla diffusione di una cultura teatrale di respiro internazionale e sperimentare forme di teatro civile quale spunto per affrontare e dibattere problematiche di rilievo sociale. Consone ed equilibrate le conclusioni del sindaco, che ha esortato i presenti a “decidere da che parte stare”.
Nessun commento:
Posta un commento