Piano di Sorrento - L’istituto tecnico nautico Nino Bixio, con la classe 3F e l’apporto della 4F che ha, si è classificato al quarto posto del concorso artistico e letterario Nazionale “Don Peppe Diana”, promosso dall’associazione Libera aperto in diverse competizioni separate tra loro alle scuole elementari, medie e superiori, l’evento inoltre ha ottenuto l’attenzione delle telecamere del piccolo schermo. Un concorso che porta il nome di un grande uomo, un sacerdote che ha combattuto la malavita nel Casertano, a cui è stata tolta la vita il 19 marzo di 20 anni fa perché ritenuto “scomodo” dai criminali che sempre più venivano allontanati e sconfitti dagli allievi del catechismo di Don Peppino e degli scout, con la semplice forza della coscienza e dalla bontà. La premiazione è avvenuta l’altro giorno a Castelvolturno, nella sede della Forestale, alla quale una delegazione del Bixio si è recato con la presenza della dirigente Giuseppina Ferriello e la professoressa Roberto Maria di Loreto. L’assemblea di giovani era corposa: la sala quasi non riusciva a contenere i ragazzi intervenuti da ogni parte della Campania per dire il proprio “No alla Camorra”. Come direttrice della Premiazione c’era la stessa cugina di Don Peppe Diana, presente anche la sorella dell’eroe casertano: Marisa Diana e la mamma Iolanda Di Tella. “I vincitori sono tutti coloro che sono qui, indipendentemente dai premi, e hanno vinto ancor di più coloro che sono qui con noi, anche dai posti più lontani pur sapendo di non essere classificati”, così la presentatrice ha gratificato i giovani spettatori delle scuole elementari, medie e superiori di moltissime scuole vicine alla figura di Don Peppe.
Nessuno in quella sala tra i giovani l’hanno conosciuto di persona, eppure tutti gli vogliono bene, tutti hanno cantato “Sogna ragazzo sogna” di Roberto Vecchioni sulle sue foto che scorrevano sul proiettore, tra le lacrime sui volti macchiati dalla sofferenza per la perdita di un figlio, di un fratello, di un cugino, di un maestro, di un eroe, ma anche di chi era semplicemente commosso per il grande sacrificio di un prete che ha urlato alla mafia “Per amore del mio popolo, non tacerò”. Riferendosi ad atteggiamenti usurai della malavita. I giovani hanno fatto sì che il suo sacrificio non sia stato vano, hanno aiutato Caserta a riscattarsi come “Terra dei fuochi” a “Terre di Don Peppe Diana”, perché in fin dei conti, come cita il testo “Cravattari” del drammaturgo Partenopeo Fortunato Calvino, basato proprio sull’usura, “Nisciuno campa pe niente”. (Fonte: Filly Vicidomini da Metropolis)
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