Vico Equense - Il Consiglio di Stato dà ragione al Comune di Vico Equense sull’aumento dell’accisa Enel predisposta nel 2011 per coprire i costi derivanti dalle operazioni di raccolta e smaltimento rifiuti. Ribaltata quindi la sentenza del Tar che a marzo dello scorso anno aveva dichiarato illegittimo l’aumento che aveva comportato un esborso di 270 mila euro per i cittadini vicani. L’aumento ai livelli massimi dell’aliquota era stato disposto dalla giunta comunale ad agosto di tre anni fa sulla scorta del decreto «Milleproroghe» di Monti, prima di essere cancellata dal decreto «Salva Italia». Un gruppo di cittadini, rappresentati dall’avvocato napoletano Umberto Morelli, aveva quindi fatto ricorso al Tar a novembre 2011 evidenziando l’insussistenza della necessità di aumentare al massimo l’accisa locale sull’energia elettrica per coprire il servizio rifiuti. I ricorrenti, infatti, argomentavano, bilancio di previsione alla mano, che a fronte 3,5 milioni di euro di costi del servizio, ci sarebbe stata una previsione di incassi di 3,2 milioni di euro per la Tarsu e 253 mila euro dai proventi dalla raccolta differenziata. Veniva inoltre contestata la retroattività del prelievo fin da gennaio 2011 e l’incompetenza della giunta comunale a decidere sull’introduzione di una nuova entrata tributaria. Proprio su questo punto la prima sezione del tribunale amministrativo regionale aveva dato ragione ai ricorrenti, sottolineando la competenza in materia del Consiglio e non della giunta e annullando di conseguenza la delibera del 30 agosto 2011. Il Comune dal canto suo aveva fatto prontamente ricorso, sostenendo di aver variato in giunta un’imposta già esistente e non di averne introdotta una nuova. Materia, quest’ultima, di competenza del Consiglio. Alla fine il Consiglio di Stato ha dato ragione al Comune. Tangibile la soddisfazione negli uffici comunali, già alle prese in questi giorni con le grane del bilancio 2014 che nei prossimi giorni sarà portato in giunta. Tra Iuc, la nuova imposta municipale unica, Tasi, Tari e Imu, sarebbe stato un nuovo grattacapo dover restituire 270 mila euro ai cittadini e trovare un modo alternativo per far quadrare i conti.
L’amministrazione comunale, quindi, avrà l’opportunità di poter contare su una cospicua risorsa per le finanze comunali. Soddisfatto il sindaco Gennaro Cinque, che ha sempre sostenuto la correttezza dell’operato della sua giunta, nell’ottica di una corretta imposizione fiscale per i contribuenti. «Siamo contenti – commenta Antonio Di Martino, assessore ai Tributi – che alla fine di questa querelle giudiziaria abbia prevalso la logica. Purtroppo, anche se il Consiglio di Stato avesse confermato la sentenza del Tar dando ragione ai cittadini, questi ultimi avrebbero finito lo stesso per pagare, anche se con modalità diverse dall’accisa Enel». Claudia Esposito
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