Raffaele Lauro |
LA BALLATA DI MITI’
di Raffaele Lauro
(Testo pubblicato il 22 marzo 2017)
Prima strofa e refrain
Nessuno credeva che tu fossi nata, tra le reti di pesca, nella capanna sul mare,
Mitì!
Tutti narravano che Tu fossi approdata, sulla rena, in una cesta d’argento,
Mitì
I tuoi capelli di sole, i tuoi occhi di cielo, la tua pelle di luna,
Mitì!
La più bella eri tu, la più dolce eri tu, la più amata eri tu,
solo tu,
Mitì!
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Seconda strofa e refrain invariato
Una notte sognasti lo sposo più bello, che sarebbe arrivato dal mare, per te,
Mitì!
Ti commuovesti e cominciasti a cantare, dall’alba al tramonto, un canto d’amore,
Mitì!
I tuoi capelli di sole, i tuoi occhi di cielo, la tua pelle di luna,
Mitì!
La più bella eri tu, la più dolce eri tu, la più amata eri tu,
solo tu,
Mitì!
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Terza strofa e refrain invariato
La tua voce d’incanto calava dal monte e inteneriva l’orizzonte lontano,
Mitì!
Cantavi radiosa, nell’attesa sicura, per giorni, per anni, il tuo canto d’amore,
Mitì!
I tuoi capelli di sole, i tuoi occhi di cielo, la tua pelle di luna,
Mitì!
La più bella eri tu, la più dolce eri tu, la più amata eri tu,
solo tu,
Mitì!
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Quarta strofa e refrain variato
Nel giorno più amaro scopristi, infelice, che lo sposo più bello non era giunto per te,
Mitì!
Smarrita e ferita, ti rifugiasti tra l’onde, ma continuasti a cantare un canto, non più d’amore,
Mitì!
I tuoi capelli d’azzurro, la tua pelle di squame, i tuoi occhi di fata,
Mitì!
La più bella sirena, la più dolce sirena, la più amata sirena, ora sei,
canti per chi attende l’amore più grande,
una sirena ora sei,
Mitì!
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Chiusura refrain variato
I tuoi capelli d’azzurro, la tua pelle di squame, i tuoi occhi di fata,
Mitì!
La più bella sirena, la più dolce sirena, la più amata sirena, ora sei,
canti per chi attende invano l’amore più grande,
una sirena tu sei,
Mitì!
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Spiegazione del testo
L’Autore del testo ha scritto questa ballata, ispirandosi liberamente ad una leggenda della costiera adriatica, precisamente di Ancona, riguardante una bellissima ragazza di paese, di nome Mitì, figlia di un pescatore. Mitì, avendo sognato l’uomo (lo sposo più bello) della sua vita, un meraviglioso principe, il quale sarebbe arrivato, per sposarla, dal mare, rifiutava tutte le numerose offerte di matrimonio dei giovani del paese, che restavano ammaliati dal suo canto melodioso: dal suo canto d’amore. Mitì se ne stava tutto il giorno, dall’alba al tramonto, sopra un promontorio, sul mare, cantando e scrutando l’orizzonte, in attesa dell’arrivo del grande amore. Passavano i giorni, passavano gli anni, Mitì era fiduciosa che il suo principe sarebbe arrivato, e l’avrebbe chiesta in sposa. E cantava, continuava a cantare. Un bellissimo ragazzo, il presunto principe, finalmente, era arrivato su una barca e lei, esplosa di gioia, lo aveva accolto come la futura sposa. In realtà, il giovane amava un’altra ragazza, con la quale si era già promesso. Mitì, sconvolta dalla delusione, si era lanciata dal monte, tra le onde del mare, e si era trasformata in una sirena. Il suo canto, ora, non è più un canto d’amore, ma di dolore.
Mitì diventa, così, nella leggenda e nel testo di Lauro, una sirena-simbolo di quanti sognano un grande, quanto impossibile, amore, e lo attendono invano.
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