La compagnia teatrale "Teatro mio" di Vico Equense ha conquistato il pubblico in sala con uno spettacolo esilarante e profondo
Fonte: Madia Lucia Colucci da Fasano Live
Ieri, domenica 12 novembre, la compagnia teatrale “Teatro mio” di Vico Equense ha portato in scena al Teatro Sociale di Fasano lo spettacolo “Chi non muore si rivede” di Bruno Alvino per il quinto appuntamento della IX edizione del festival “Di scena a Fasano” organizzato dal gruppo teatrale amatoriale fasanese “Peppino Mancini” col patrocinio del Comune di Fasano e della “Fita” (Federazione italiana teatro amatori) e la direzione artistica di Mimmo Capozzi.
Nella sala di attesa di una piccola stazione ferroviaria ormai abbandonata ma arredata di tutto punto come una vera e propria abitazione, Guglielmo Perla, suonatore di piatti in una banda musicale, e sua sorella Letizia (interpretati da Natalino Di Guida e Luisa Russo), spaventati dalla situazione, animano la scena con un vernacolo napoletano suscitando l’ilarità del pubblico.
La coppia è raggiunta dai tre compagni di viaggio: una giovane signora di nome Diana (interpretata da Tina Norvello), suo padre, il Giudice Palladino, contenitore di luoghi comuni e pregiudizi (interpretato da Nando Rossi) e don Gaetano, il parroco di Pescasseroli (Tonino Paola).
La “sala” in realtà è abitata da Cicerone, nome fittizio di un uomo che sostiene di esser stato professore di filosofia in una “vita precedente” (Bruno Alvino) e vive un’esistenza in solitudine, o quasi: gli fa infatti compagnia Paride (interpretato da Stefano Arpino), un giovane del posto, disoccupato, che vive vendendo merce spicciola made in Naples
L’incontro tra Paride e i viaggiatori è un’esplosione di equivoci, fraintendimenti e giochi di parole che ha coinvolto gli spettatori, i quali hanno risposto con applausi e risate ininterrotte.
Ma … chi non muore si rivede! Nel secondo atto, in cui si svolge la vicenda vera e propria, si scopre che Cicerone in realtà è Agostino Surace, ex carcerato, vecchia conoscenza dei viaggiatori.
Una commedia, apparentemente brillante, che nasconde nella sua struttura drammaturgica uno dei più spinosi argomenti sull’umanità: la verità. È intorno alla verità infatti che si snoda il racconto, la ricerca di una verità celata da ormai troppi anni, trentacinque.
Il Giudice Palladino, trentacinque anni prima, ha accusato falsamente e fatto punire di abuso sessuale su un’alunna, la signora Diana, l’allora professor Surace.
Quanto può una mancata verità cambiare per sempre la vita di una persona? Quanto una falsa verità può modificare il corso delle cose? Quanto una bugia può essere determinante per il destino di qualcuno?
La relazione di Agostino e Letizia, lasciata in sospeso 35 anni prima non potrà più ritornare, ma ne inizia una nuova, quella tra Cicerone e Terenzia, con il loro nuovo figlio Paride.
Il prossimo spettacolo, dal titolo “Amore sparami!” di Woody Allen, sarà portato in scena sabato 18 novembre alle ore 21 dalla compagnia "Teatro di sabbia” di Vicenza per il sesto ed ultimo appuntamento del festival.
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