mercoledì 10 febbraio 2016

Beneduce (Fi) alla vigilia della Giornata del Malato: “Tagli di prestazioni ed emergenze. De Luca non cura la Sanità”

Regione Campania - “Opporsi ad un sistema di gestione della Sanità pubblica, dove non sono individuate le priorità e dove i cittadini sono dati da conciliare con le esigenze di cassa è un dovere di chi è stato chiamato a rappresentare i campani in Consiglio regionale”. Così Flora Beneduce, consigliere regionale della Campania, alla vigilia della Giornata del Malato. L’incubo del taglio alle prestazioni sanitarie definite “non necessarie” dal ministero della Salute è divenuta una realtà, che incide in modo drammatico sulle fasce deboli e sui residenti nell’area della Terra dei Fuochi. Ora il Gruppo di Forza Italia del Consiglio regionale della Campania alza la voce e chiede misure di sostegno per la diagnosi e la prevenzione, a fronte del decreto Lorenzin. “Già a settembre denunciavo l’irragionevolezza di un decreto che, di fatto, ostacola i medici, impedendo la diagnosi in modo tempestivo e, contemporaneamente, sottrae ai cittadini l’opportunità di curarsi – dice Flora Beneduce (Fi), componente della commissione che si occupa di Sanità e sicurezza sociale -. Non posso non pensare a quanti, colpiti dalla crisi economica, non potranno effettuare gli esami diagnostici a pagamento”. Nel frattempo, la Sanità in Campania è costretta ad affrontare l’ordinario caos negli ospedali, dove i Pronto soccorso sono allo stremo e dove le barelle fanno ormai dell’arredo ospedaliero.

Non si interviene per offrire l’unica soluzione possibile: lo sblocco delle assunzioni, l’avvio delle procedure per la stabilizzazione dei precari e la mobilità. “Si acquistano strumentazioni con tecnologie d’avanguardia, ma non ci sono risorse umane in grado di utilizzarle continua la Beneduce, componente dell’Ufficio di Presidenza -. Il settore deve essere svecchiato e il tempo per il reclutamento di personale giovane, motivato e professionalizzato è già fuori tempo massimo. Spero che l’assessore Fulvio Bonavitacola, nella sede della Conferenza Stato-Regioni, debba insistere per criteri più giusti nella ripartizione dei 108 miliardi del Fondo stanziato dal Governo per il comparto. Sarebbe il primo segnale di quella rivoluzione annunciata che non comincia mai”.

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