sabato 17 febbraio 2024

Sant'Antonio Abate. Confiscata La Sonrisa, la sindaca Ilaria Abagnale «Daremo seguito alla sentenza»

Sant’Antonio Abate - “Quello del Grand Hotel La Sonrisa è un verdetto inatteso che colpisce molto noi amministratori, la comunità e gli affezionati che dall’Italia tutta ne seguivano le attività. Emerge dai giornali ma anche dai commenti social, perché riguarda una struttura ricettiva importante per il nostro territorio, inserita nell'economia e nel tessuto di Sant'Antonio Abate, punto di riferimento per tutta l'area e che da anni offre lavoro a centinaia di famiglie, non solo abatesi” commenta la sindaca di Sant’Antonio Abate, Ilaria Abagnale. La Sonrisa è stata confiscata su decisione della Cassazione, la stessa che ha voluto rientrasse nelle proprietà del Comune. Circa 200 famiglie rischiano ripercussioni occupazionali. Essendo stato affidato al Comune, secondo la legge, l'immobile abusivo può avere solo due destinazioni possibili: o essere totalmente demolito o essere utilizzato ma solo a scopi di pubblica utilità. Pertanto è questo il dilemma che deve affrontare la sindaca. “Al momento non ci è stato notificato ancora nulla – sottolinea la Abagnale -, daremo seguito alla sentenza ed alle attività necessarie da mettere in campo in rapporto alle circostanze sopraggiunte, con il massimo della trasparenza e nel rispetto della legalità. Abbiamo chiesto un'interlocuzione con le Autorità preposte per gestire al meglio la situazione.” Interlocuzione che potrebbe partire già a inizio settimana, quando probabilmente sarà aperto un primo tavolo presso la Prefettura di Napoli per la gestione della vicenda, che investirà la Procura di Torre Annunziata, la Procura Generale partenopea e il Comune di Sant'Antonio Abate, tra l'acquisizione formale e l'eventuale sgombero della struttura: ci sarebbero contratti già firmati per venti fino al 2027 oltre agli impegni assunti per le produzioni televisive.

 

Nel frattempo, la famiglia Polese fa sapere che “ricorreremo alla Corte di Strasburgo”. A dirlo è Ciro Polese, uno dei soci e proprietari del castello delle cerimonie. “Riteniamo di aver subito un'ingiustizia aggiunge ora non so cosa accadrà. Al momento stiamo continuando a lavorare perché il Tribunale ci ha affidato l'azienda, proprio per non mandare a casa i lavoratori. Speriamo che anche il Comune possa farlo. O che in futuro si occupino della struttura una o più associazioni, che non mandino a casa i nostri dipendenti. Noi continueremo la nostra battaglia”.

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