mercoledì 27 aprile 2011

Napoli, Pd male nei sondaggi. In campo Bassolino

Fonte: Angela Frenda da il Corriere della Sera

Il rinascimento napoletano? Definitivamente archiviato. Sui manifesti di questa campagna elettorale 2011, a Napoli, la parola d’ordine è una sola: normalità. L’ha scelta Gianni Lettieri, candidato del Pdl. La usa spesso uno dei suoi avversari, l’idv Luigi De Magistris. La rivendica il prescelto del Pd, l’ex prefetto Mario Morcone. Il problema è che poi basta buttare gli occhi al di sotto di quei 3 per 2 che campeggiano in centro e in periferia: immondizia ovunque. Ed è per questo che nessuno, stavolta, sa dire come andrà a finire. Nessuno azzarda previsioni su chi ha più chance di conquistare Palazzo San Giacomo e «vincere» la poltrona di sindaco di una città che è in ginocchio e che da qualche parte però dovrà pur ricominciare. Il leader pd Bersani ieri ha tagliato corto: «Berlusconi chiuderà una campagna tra i rifiuti: spieghi ai napoletani che fine ha fatto il miracolo. I sondaggi? Vedremo alla fine». Intanto, quelli che circolano da giorni anticipano scenari imprevedibili. C’è quello pubblicato ieri dal Riformista, realizzato da Lorien Consulting, che annuncia una debacle per un Pd giù in sofferenza dopo i contestati risultati delle primarie: Lettieri si attesterebbe al 33%, mentre De Magistris sarebbe al 26%, dieci punti in più di Morcone. Con una soglia di astensione del 30%. Il Corriere del Mezzogiorno-Napoli, invece, oggi ne pubblica un altro della Swg, dove Lettieri si attesta tra il 33 e il 37; Morcone tra il 24 e il 28; De Magistris tra il 19 e il 23; Clemente Mastella tra 1’1 e il 2; e tra il 6,5 e l’8,5 Raimondo Pasquino, candidato del Terzo Polo. In generale, l’ipotesi ballottaggio Lettieri-Morcone sembra tenere banco.



I numeri però preoccupano non poco il Pd, tanto che si dice che Antonio Bassolino avrebbe deciso proprio per questo motivo di anticipare la sua discesa in campo a sostegno dell’ex prefetto. Il 2 maggio, infatti, Andrea Cozzolino, il vincitore delle primarie pd sulla carta che ha poi fatto un passo indietro per le contestazioni degli avversari, ha organizzato un megaevento al Palapartenope. Qui parlerà anche l’ex governatore, che sul suo blog ha già fatto l’endorsement: «Morcone? Il miglior candidato sindaco». Sarà una prova di forza anche in termini numerici. L’obiettivo è riempire finalmente una sala, in una campagna elettorale dove finora si è registrato poco e niente in termini di partecipazione. Quello stesso giorno, tra l’altro, si sono dati appuntamento anche «i transfughi della sinistra», i diciotto rappresentanti del centrosinistra, tra cui Napoli e Iannelli, che settimane fa si sono detti delusi dal loro partito e hanno annunciato in una sorta di manifesto di votare per Lettieri. Un segnale di quella strategia che l’ex presidente di Confindustria Antonio D’Amato denuncia nella sua intervista di ieri al Corriere della Sera, dove boccia Lettieri come «un candidato imposto dal premier e da Nicola Cosentino»: «Sta provando a prendere i voti dei bassoliniani… E stato per lunghissimo tempo un accanito sostenitore delle politiche di Bassolino… Poi, da vero campione di trasversalismo, s’è ricollocato nel centrodestra. Ma amicizie e contiguità restano». Ragionamento che per molti spiegherebbe anche alcune «mosse» del candidato Pdl. Frutto della comune amicizia con Gianni Letta, ad esempio, sarebbe l’idea di farsi fotografare a un’inaugurazione mentre stringe la mano alla sindaca uscente Rosa Russo Iervolino. O, addirittura, sponsorizzarla ieri come senatrice a vita «Ha una grande tradizione di famiglia. Potrebbe fare il bene di Napoli e io sarei molto favorevole». Ma Lettieri salva anche, tra gli avversari, Antonio Bassolino: «Se la prendono sempre con lui, però poi in questi anni chiamavano per stringere accordi con De Mita e Mastella». Parole che devono aver fatto tremare le vene dei maggiorenti del Pdl. Ma la strategia in atto è chiara: smarcarsi dai cosentiniani, considerati a torto o a ragione la parte meno presentabile del partito. Idea fissa del suo spin doctor, Claudio Velardi, che al Fatto non a caso ha dichiarato: «Il Pdl campano è un clan di capibastone che organizzano piccole clientele nel territorio». Tra l’altro Velardi ha già in casa un piccolo «terremoto»: sua moglie, Micla, è ferma sostenitrice di Morcone e sembra che abbia digerito molto poco che il marito abbia Lettieri come cliente. Resta da vedere, poi, la «sorpresa» De Magistris, considerato un po’ l’unico in grado di intercettare i voti degli scontenti di entrambi gli schieramenti e quindi grande incognita del ballottaggio. Mentre l’ex Guardasigilli Clemente Mastella combatte una battaglia personale a base di colpi di scena. L’ultimo, ieri, quello di dare il numero cellulare agli elettori: «Risponderò a tutti. E lo farò anche dopo la campagna elettorale. Statene certi».

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