Fonte: Carlo Franco da La Repubblica Napoli
Castellammare di Stabia - Sindaco, vuole fare una passeggiata con noi nelle strade invase dai rifiuti? «Posso anche venire, ma che vuole, solo ogni tanto riusciamo a dare una pulita, lo so che non è sufficiente, ma più di tanto, per ora, non si può fare». Il sindaco di Castellammare di Stabia Luigi Bobbio è stretto nella morsa della «munnezza» e della vergogna. Abbiamo parlato con Bobbio sotto il portone della Curia prima che venisse ricevuto dal cardinale Sepe («Che vuole che le dica, gli chiederò anche una benedizione particolare per i rifiuti», dice facendo sorridere Lina Lucci, la segretaria della Cisl, che l'accompagna). Il sindaco dichiara, come dire, il "non luogo a procedere" e sceglie di attendere che qualche altro soggetto istituzionale decida in sua vece. Avendo capito il suo stato d'animo proviamo a forzare la manoe chiediamo se ha notizia di una estensione a suo carico del reato imputato al presidente della giunta regionale Caldoro accusato di «negligenza» per non aver messo in atto tutti gli interventi che a lui competevano. La risposta fuga gli ultimi dubbi: «Non so di provvedimenti a mio carico, ma visto che me lo domanda cerco di articolare una risposta: la Procura di Napoli ha scelto una procedura non lineare perché si fa fatica a ritenere che l'aumento dei casi di faringiti e di diarree possa, senza altre aggravanti, autorizzare sospetti tanto gravi. Detto questo, sono tranquillo anche se avverto che i cittadini fanno fatica a comprendere che la mia unica preoccupazione è agire con correttezza. So che lo sto facendo e questo mi basta».
La maggioranza degli stabiesi, però, non la pensa allo stesso modo e ritiene che il sindaco possa e debba fare di più, a cominciare dalla riapertura del sito di trasferenza di Fondo d'Orto, in località Fontanelle, già utilizzato dall'amministrazione Vozza per sistemare provvisoriamente la spazzatura nei periodi di crisi e ora inutilizzato, pare, anche per la protesta di alcuni consiglieri della nuova maggioranza. A Castellammare succede anche questo. Ieri mattina lo scenario in città era allucinante e a questo punto, anche per effetto del caldo infernale di questi giorni, i nervi rischiano di saltare. Oltre ottocento tonnellate di munnezza in strada e il conferimento a Tufino ridotto a due soli camion che scaricano 18 tonnellate soltanto dopo un'attesa di molte ore («E questo - tuona Bobbio - anche per effetto delle decisioni dei magistrati che chiudono i siti»): la città ha già rubato a Napoli e a Giugliano l'oscar della munnezza e non risparmia neanche gli obiettivi più sensi bili. Una delle strade più infestate di rifiuti è il viale Europa anche nei pressi dell'ospedale San Leonardo e a Napoli non si è mai arrivati a tanto. Ugualmente agghiacciante la situazione sul lungomare - dove, tra l'altro, hanno attraccato due navi da crociera ed altre potrebbero venire: accoglierle con un simile biglietto da visita è mortificante. Montagne di immondizia all'altro capo di via Brin, nell'ex area Cirio, dove una corsia è occupata dai rifiuti e si procede a senso unico alternato su mezza carreggiata. E in via Plinio il Vecchio. I pedoni camminano con la mascherina e chi non ce l'ha trattiene il respiro e, se ce la fa, cammina a passo più svelto. Una situazione non più accettabile e, quel che è peggio, il sindaco, come il notaio della famosa trasmissione televisiva, conferma ma non fa niente per trarre la città dall'angoscia: «È vero, dice, siamo pieni fino al collo, ma varando il piano della differenziata ho stabilito sanzioni durissime per chi non rispetta le regole. Qui, come al solito, sta andando in scena una pantomima insopportabile: la gente pretende che la città sia pulita ma poi scende in piazza e fa la rivoluzione appena si tenta di utilizzare un sito nelle vicinanze di casa. Sta succedendo come in Val di Susa». Ma lì, obiettiamo, il cantiere è stato aperto: «Solo in extremis e per non perdere i soldi, nel nostro caso questo pericolo non c'è». C'è, però, quello di una epidemia e non è poco. «L'Asl me lo ha escluso, se la situazione dovesse precipitare mi adeguerei, ma prima di varare una ordinanza che dispone la chiusura di bar, ristorante e mercatini rionali pretendo documenti autentici, non allarmi con il passaparola. Chiedo all'Arpac, comunque, di fare altri sopralluoghi per aprire un altro sito». «Sono promesse da marinaio» - commenta il gestore di un bar nei pressi di piazza dell'Orologio - il sindaco le rilancia di tanto in tanto ma sappiamo che non se ne farà niente, Castellammare è letteralmente abbandonata. Sentite che puzza stamattina»? E' impossibile dargli torto, ma il sindaco continua a fare spallucce. «Nell'area dell'ex Aranciata Faito - spiega - non ci fanno entrare perché è presidiata dagli abitanti, ma non mi arrendo al ribellismo anarcoide che mina i fondamenti della democrazia e reagirò alla mia maniera». Come? «Nelle prossime ore sceglierò siti alternativi sempre nella zona Asi, nel piazzale della Multiservizi dove c'è una produzione abnorme di diossina a causa dei roghi, o nella galleria Privati chiusa da tempo o, ancora, in un capannone industriale dismesso». Si ha l'impressione che la navigazione della sgangherata navicella comunale proceda a vista, senza un piano preciso e in queste condizioni il pericolo della esplosione dell'allarme sanitario che cova è sempre più probabile. A questo proposito abbiamo sentito anche il capo della Procura di Torre Annunziata che, però, ribadisce che non è stata avviata alcuna procedura per la situazione dei rifiuti a Castellammare. «Monitoriamo con assiduità la situazione - dice Diego Marmo - ma non abbiamo ancora preso provvedimenti». Che, però, è una risposta che lascia aperta la porta a qualsiasi interpretazione.
Nessun commento:
Posta un commento