Manca la visione d´insieme, c´è assenza di progettualità e di lungimiranza, c´è poca attenzione ai giovani
Di Gaetano Mastellone
Sorrento - Come consigliere di amm.ne dell'OBI - Osservatorio Banche e Imprese di Economia e Finanza che ha sede a Bari - ho avuto l'onore, ed il piacere, di aprire i lavori del 1° Meeting "I Mezzogiorni d'Europa" svoltosi nella "mia Sorrento". E' stata una due giorni di lavori e di inteventi di livello, questo sarà un Meeting che, nei prossimi anni, farà parlare di sè! La prima edizione ha visto la partecipazione di oltre 22o delegati provenienti da tutto il mondo. Della penisola sorrentina, sebbene invitati, hanno partecipato solo due imprenditori del settore alberghiero. Assenti, tranne il Sindaco Cuomo gli altri suoi colleghi peninsulari. Mi piace qui ripetere una frase detta durante il Meeting dal Presidente della Confindustria del Molise: i politici che vorremmo sono quelli che non lavorano pensando alle prossime elezioni, ma quelli che lavorano pensando alle prossime generazioni. Concordo in pieno con quanto riportato! Oggi dobbiamo tutti avere la consapevolezza che all'orizzonte si prospettano molte ombre e poche luci. Dobbiamo tutti lavorare per non far più considerare il sud d'Italia come una patologia e negare l'esistenza dei tanti problemi che sono davanti ai nostri occhi; c'è la urgente necessità di una nuova classe dirigente, quella attuale ci ha stancato, vogliamo delle istituzioni capaci di fare bene il loro dovere. Noi dell'OBI desideriamo collaborare ad una nuova rappresentazione del mezzogiorno d'Italia e Sorrento ha fatto da apri pista. Ho coordinato i lavori di apertura con la partecipazione del Sindaco di Sorrento, avv. Giuseppe Cuomo e delle Istituzioni (Regione Campania - Provincia di Napoli - Camera di Commercio di Napoli - Prefettura) e di seguito desidero riportare la mia breve introduzione.
IL MIO INTERVENTO DI APERTURA AI LAVORI DEL MEETING
Lo scorso anno durante un nostro Consiglio di Amministrazione nella nostra sede di Bari il Presidente Michele Matarrese annuncio la volontà di creare un momento di incontro annuo fra tutte le forze produttive del Mezzogiorno. Noi consiglieri votammo, senza indugi, tutti a favore di questa brillante idea. Da sorrentino proposi al Consiglio di fare il primo meeting nella città di Sorrento. La parola magica "Sorrento", brand conosciuto in tutto il mondo, ebbe successo e tutti furono d´accordo. Ed eccoci qui! Personalmente sono davvero felice. Mi auguro che questo primo meeting possa "marchiare Sorrento" come la città dell´economia del sud d´Italia e rendere quest´appuntamento un evento annuo. Il pericolo della marginalizzazione dell´Italia è dietro l´angolo e bisogna prendere coscienza che le "cose cambiano", e dall´inizio della cruenta crisi mondiale del 2008 sono effettivamente cambiate. Rammento che nel 1995, ben sedici anni fa, sul quotidiano economico Il Denaro scrissi un articolo sul Mezzogiorno d´Italia; rammento che lanciai due segnali di alert provocatori forse allora abbastanza provocatori. 1). attenzione a non diventare il nord dell´Africa anzichè il sud d´Europa; 2). attenzione a non finire su di un binario morto. Son passati sedici anni e la fotografia d´oggi, raffrontata con quella d´allora, è decisamente peggiore; nulla è cambiato, anzi oggi abbiamo più problemi economici, meno mercato, più deficit, infrastrutture deficitarie e più criminalità organizzata. Nessuno può più permettersi di mortificare e di avvilire così il Meridione; la misura è colma; basta! Il Sud deve imparare a dire no a ogni forma di clientelismo, assistenzialismo e parassitismo. Ha cominciato a farlo, ma occorre di più. Facciamo come Alessandro Magno il quale, giunto nella città di Gordio, fu sfidato a sciogliere il famoso nodo che secondo la leggenda avrebbe aperto a chi lo avesse risolto le porte della conquista dell´Asia. Senza indugi lo tagliò con un colpo netto di spada. Una soluzione "alessandrina", drastica, che spesso viene auspicata per la soluzione dei problemi economici del giorno d´oggi. Insomma ci vuole un deciso "cambiamento di rotta". Alla politica si richiede una decisa ed immediata svolta, devono adottare scelte che, senza cedere a fuorvianti demagogie, rispondano al comune sentire dei cittadini che reclamano il mondo della politica lontano da anacronistici ed inaccettabili privilegi; i cittadini desiderano che i politici sappiano avvicinare l´Italia agli standard del resto d´Europa, andiamo avanti verso i "Mezzogiorni d´Europa". Alla politica si richiede una forte presa di coscienza, e si condanna, il precariato che è diventato un vero dramma esistenziale di tantissimi giovani per l´intollerabile condizione di incertezza lavorativa ricca di mortificanti retribuzioni. Stiamo rischiando di consegnare i nostri giovani del Meridione alla criminalità organizzata, e a forme di sfruttamento non diverse da quelle che da anni denunciamo sul caporalato per i lavori nel campo dell´agricoltura e dell´edilizia. Vogliamo la certezza di un lavoro dignitoso per i giovani che consenta prospettive di ampio respiro; per i politici questa è la strada da percorrere, strada che per loro è un preciso dovere ed un obbligo da assumere. Desidero ora rimarcare due passaggi degli interventi, uno del Presidente del CNEL Prof. Antonio Marzano e l´altro del Presidente della Regione Abruzzo Giovanni Chiodi, che ritengo molto importanti:
MARZANO. "Negli ultimi anni il Paese si è organizzato in modo corporativo: le riforme ledono questi interessi di parte e, di conseguenza, sono osteggiate. Evidentemente, l'opportunità di fare riforme è valutata in base alla necessità di non perdere consenso politico e non in base alle esigenze del Paese. Altro problema è l'assenza di una politica di lungo periodo: ne pagano le conseguenze i giovani, che sono troppo pochi in un Paese che diventa sempre più vecchio, e le aree sottosviluppate".
CHIODI. "I "nodi gordiani" della nostra epoca sono molto difficili da sciogliere. Perché troppi i retaggi, troppi gli intrecci, troppi gli interessi di vario genere che da sempre ostacolano l´eliminazione del gap tra i "Mezzogiorno" sottosviluppati e le aree contingenti più avanzate. Strategie politiche sbagliate, spesso colluse, finanziamenti a pioggia privi di una visione d´insieme, assenza di progettualità e di lungimiranza hanno fatto il resto. Zone che per conformazione orografica, per progetti industriali mai decollati, per colpevole responsabilità della classe dirigente che li ha amministrate, hanno patito crisi economica, occupazionale, produttiva. Uscire da questo empasse oggi appare alquanto complicato perché l'affanno è di tutti i mercati internazionali e la spinta alla globalizzazione presenta molti limiti. Il primo banco di prova è costituito dagli effetti del federalismo sulle Regioni".
foto: Gaetano Mastellone (a destra) con Don Gaspar Zarrías, Segretario di Stato - Ministero della Política Territoriale e della Pubblica Amministrazione del Governo di Spagna.
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