mercoledì 14 marzo 2012

Costiera e isole: siglato il patto tra Comuni contro gli abusi

Via agli incontri per mettere a punto una mappa e una linea di lotta unitaria

Vico Equense - Sancita al termine di una riunione tra amministratori comunali di oltre venti comuni della costiera sorrentina,delle isole del Golfo di Napoli e dei centri dei Monti Lattari, una linea univoca per arginare l’escalation dell’abusivismo edilizio. Inoltre, proprio per deliberare uno schema unitario tra le varie realtà locali venerdì si terranno nei singoli comuni della costiera sorrentina, ad Agerola, Casola, Lettere, Santa Maria la Carità e Sant’Antonio Abate, consigli comunale per il varo di un documento che individui una serie di priorità per contrastare l’abusivismo e su come sanare gli abusi Sul territorio. A seguire, nel giro di pochi giorni, si pronunceranno anche i consigli comunali di Capri e Anacapri, quelli dei cinque comuni di Ischia e di altre realtà locali dei Monti Lattari. Dall’incontro che si è svolto nella sala polifunzionale della Santissima Trinità a Vico Equense è nato un documento unico da sottoporre ai consigli comunali per l’approvazione di una linea d’azione contro gli abusi. Nello specifico, è stato elaborato un atto d’indirizzo che avesse funzioni e finalità operative ben definite, ma che rappresentasse, nel frattempo, un segnale forte e inequivocabile dell’atteggiamento che i comuni intendono assumere verso il fenomeno dell’abusivismo. «Il fronte comune tra i vari enti locali– afferma Gennaro Cinque, sindaco di Vico Equense - ha la funzione di chiarire le problematiche direttamente connesse ai procedimenti di repressione degli abusi, ottenendo un omogeneo e unitario riferimento interpretativo e procedurale, ma soprattutto un quadro di azioni univoco».L’iniziativa dei comuni non è stata però accolta con soddisfazione dai comitati antiruspe. «Siamo contrari all’acquisizione – dice Michelangelo Scannapieco, responsabile di Diritto alla casa - perché la riteniamo una norma estremamente penalizzante per molti cittadini che, dopo anni di sacrifici,si vedono togliere la loro unica casa. Inoltre - conclude - i rappresentanti delle istituzioni dovrebbero farci capire perché, ad acquisizione ultimata, l’edificio non sarebbe più abusivo. Ecco perché chiediamo la riapertura del condono 2003». In pratica sancire delle linee guida per una repressione organica e mirata del fenomeno abusivismo oltre adoperare una ricognizione puntuale e dettagliata della «mappa» degli immobili abusivi per poi determinare «la sorte» dei singoli manufatti nel rispetto della legge e con l’ausilio di chiare linee guida. Evitare quindi il rischio di diversità di trattamento che potrebbero innescare gravi ripercussioni sociali e dare una risposta concreta per garantire il più possibile il diritto all’abitazione, acquisendo ai comuni gli immobili fuorilegge. (Fonte: Umberto Celentano da il Mattino)

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