domenica 18 marzo 2012

Tornano a casa le spoglie dell’eroe

Sorrento - Ieri mattina, alle ore 10,30, la storica Cattedrale della città degli “aranci” ha accolto l’arrivo dei resti mortali del marinaio Antonino Russo, nativo di Sorrento, morto in operazioni di guerra il 28 giugno 1940, nelle acque del Mediterraneo, mentre era a bordo del cacciatorpediniere Espero che guidava un convoglio veloce di trasporto truppe e materiali per l’Africa insieme con i cacciatorpediniere Ostro e Zeffiro. Portavano 162 camicie nere per Tobruk, insieme a 120 tonnellate di munizioni e 10 cannoni anticarro. Era una missione pericolosa per la vicinanza della rotta alle basi nemiche, motivata dall’urgenza di coordinare una
delicata operazione di guerra. Fu così che il cacciatorpediniere Espero, ormai distrutto dai colpi nemici, si fermò continuando a sparare fino alla scomparsa sott’acqua. Furono raccolti ben 47 superstiti. Fra di essi non vi era il comandante Baroni che aveva voluto affondare con la nave. Tra i marinai dell’equipaggio, oltre all’eroico Antonino Russo, vi erano molti altri marinai della provincia di Napoli, tra cui Francesco Giampaglia di Ercolano a cui il II Circolo Didattico, dal 10 giugno 1986, ha dedicato la struttura di via Giuseppe Semmola. Il marinaio Antonino Russo, il cui corpo fu rinvenuto sulla spiaggia di Ras el Tin, settore di Tobruch il 19 luglio 1940, fu sepolto presso il cimitero militare di Derna (Libia). Successivamente, le sue spoglie mortali furono traslate al Famedio Militare di Taranto. A conclusione dei festeggiamenti del centocinquantesimo anniversario dell’Unità d’Italia, le amministrazioni comunali di Sorrento e Sant’Agnello con in testa i sindaci Gian Michele Orlando e Giuseppe Cuomo, la Marina militare (Capitaneria di Porto di Castellammare di Stabia) di cui è comandante il capitano di fregata Giuseppe Menna, i parenti e l’Associazione nazionale carabinieri, sezione Sorrento – Sant’Agnello di cui è presidente il cavaliere ufficiale Michele Gargiulo, hanno predisposto il protocollo ufficiale delle solenni onoranze militari culminanti con la Santa Messa solenne. Negli interventi gli oratori hanno bene posto in evidenza l’eroismo e l’amor patrio dell’eroico marinaio Russo. (Fonte: Giuseppe Imperato il Giornale di Napoli)

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