lunedì 2 luglio 2012

“Il Futuro dietro le spalle”

Sorrento - Mercoledi 27 giugno al Teatro Sant’Antonino presso la Cattedrale di Sorrento un felice connubio tra solidarietà ed arte ha visto in campo l’Assessorato alle Pari Opportunità, nella persona della Signora Maria Teresa de Angelis, l’Associazione Gioia di vivere, presieduta da Maria Antonietta Miccolupi, che si occupa dei bambini affetti da leucemie e tumori, e il gruppo di promozione culturale sorrentino Il caffè delle muse di Carlo Alfaro e Marianna Scarpato, per un sorteggio di orologi messi a disposizione dalla gioielleria Le Fer di Castellammare di Stabia e uno spettacolo teatrale scritto e diretto dal noto autore stabiese Giuseppe Infante, “Il Futuro dietro le spalle”, al fine di raccogliere fondi per la “Gioia di vivere”, destinati al sostegno materiale e morale delle famiglie di bambini colpiti da gravi malattie nel nostro territorio. Molti e profondi i temi trattati, benché in chiave ironica e leggera, grazie anche al brio della compagnia: la giovinezza inesorabilmente perduta, il senso di colpa e sconfitta, l’enorme potere di una società che schiaccia con le sue regole false e senz’anima i deboli nella loro inascoltata richiesta di affetto, la difficoltà di adattamento per chi ha un animo idealista e sensibile, i sogni che vengono perseguiti a volte anche al di là della loro ormai evidente irrealizzabilità. Tutto ciò, come ha spiegato nell’introduzione il presentatore, Salvatore Veneruso, nel presentare l’opera, ferisce i personaggi della commedia, che però, incapaci di omologarsi e riconoscere le proprie responsabilità, trovano sempre un’illusione per andare avanti e riscattarsi, attraverso l’ironia, la farsa, l’assurdo, il sogno, l’arte. Nel primo atto ci vengono presentati Peppino Santalucia(Salvatore Nastro), uomo serio e buono ma irrisolto e deluso, Massimo Malatesta(Sandro Fedeli), sognatore ad oltranza, sconfitto e fallito ma non domato , la risoluta Sofia(Marianna Scarpato), l’intrepida Brigida(Anna Raffaella Natale), il controverso Ciro(un acclamatissimo Carlo Alfaro, anche nei numeri di ballo), il vanesio Gerardo (Marco Cannavacciuolo). Anche la scenografia, curata nei dettagli, riproducendo l’interno di un appartamento di stile misto e pacchiano, riflette il carattere di poca personalità e provvisorietà di Peppino. Nel secondo atto, molto movimentato, la scena si arricchisce di altri bravi attori e delle loro caratterizzazioni: Nunzia Elefante in Benedetta la iettatrice, Beniamino Santalucia nel compassato Modestino, Maria Infante nella bella Lucia, Mario Ferrentino nel gelosissimo Vito, Nunzia Del Gaudio nell’esplosiva Sabrina, Giovanna Di Somma nella sua fedele amica Carmelina, che contribuiscono al pre-finale farsesco e brillante, prima del profondo dialogo conclusivo tra Peppino e Massimino. L’autore rivela col testo lo spirito debole e meschino dei suoi personaggi, prendendoli un po’ in giro, ma concedendogli una prova d’appello, come fa con Gerardo nel suo monologo. Il continuo contrasto tra dramma e paradosso, dolore e ironia, miseria e colore, sono tra i pregi di questa commedia. Tutti i protagonisti, ciascuno a modo suo, restano feriti nelle loro aspettative e cercano, invano, una via d’uscita al loro disagio di vivere. Molte le risate e anche un po’ di commozione tra il pubblico in sala, partecipe e attento allo spirito di profonda solidarietà dell’incontro.

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