mercoledì 21 novembre 2012

Sprechi e stipendi d’oro, la Finanza all’EavBus

Non solo il fallimento: la procura della Corte dei Conti fa sequestrare bilanci e contratti 

Fonte: Daniela De Crescenzo da Il Mattino 

Fiamme Gialle all’EavBus. Il blitz di ieri mattina è partito su delega del pm della procura della Corte dei conti Ferruccio Capalbo che ha aperto un’indagine per verificare la fondatezza delle segnalazioni arrivate nelle ultime settimane dai media e dagli stessi dipendenti. In azione il nucleo polizia tributaria di Napoli comandato dal colonnello Nicola Altiero e coordinato dal tenente colonnello Massimo Gallo. Gli uomini della Guardia di Finanza hanno acquisito bilanci, organigrammi del personale, contratti e tutto il materiale necessario per verificare se l’azienda controllata dalla Regione sia stata amministrata nel rispetto delle regole. Verifiche non di poco conto visto che la società è al centro di una procedura di fallimento. Molti e diversi gli aspetti al centro dell’indagine. La Corte dei Conti vuole verificare se negli anni passati ci siano state assunzioni e promozioni illegittime, se il numero dei dirigenti è congruo, se ci siano state ricapitalizzazioni in assenza di piani industriali, se la Regione abbia correttamente esercitato il controllo analogo previsto dalla legge. L’indagine, quindi, è nella fase iniziale e come dicevamo parte dalle tante denunce arrivate in questi giorni. Ma l’obiettivo della magistratura contabile è appurare se ci siano state mancanze o irregolarità che hanno condotto al disastro di questi giorni.

Nei giorni scorsi la segretaria Cisl, Lina Lucci, in una lettera al procuratore regionale campano della Corte dei Conti Tommaso Cottone e al presidente Luigi Giampaolino ha segnalato la presenza di un gran numero dirigenti ai vertici della Eav Holding di cui la EavBus fa parte. Nel gruppo ci sono infatti 27 manager che guadagnano complessivamente 3 milioni e mezzo all’anno. Troppi secondo i sindacati e soprattutto secondo molti lavoratori che si sono organizzati per distribuire agli utenti degli stampati con i nomi dei dirigenti e le loro retribuzioni che in molti casi superano i 180 mila euro all’anno al netto dei rimborsi. Una rabbia che nasce da fatti concreti. Ai dipendenti sono stati proposti (e in alcune società del gruppo applicati) i contratti di solidarietà che hanno decurtato le buste paga. I dirigenti, dal canto loro, hanno rinunciato al cosiddetto «premio di risultato». Ma non sembra che i risultati raggiunti fossero entusiasmanti. Nei giorni scorsi dalla Fais-Cisal era venuta un’altra denuncia: «Ci sono mezzi fermi in officina perché hanno le batterie scariche mentre vengono pagate le fatture per le relative ricariche». E i sindacati avevano segnalato anche: «L’azienda continua a pagare l’assicurazione anche sui bus fermi». Tutti punti sui quali ora dovranno fare luce le Fiamme Gialle.

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