sabato 15 dicembre 2012

Pd, parte l'assalto alle primarie uscenti già in campagna elettorale

Fonte: Ottavio Lucarelli da La Repubblica Napoli 

Il magistrato Raffaele Cantone, la giornalista Rosaria Capacchione, Simona Izzo, presidente di "Se non ora quando", il segretario regionale Enzo Amendola, il prefetto Mario Morcone, ex candidato sindaco e oggi capo di gabinetto del ministero per la cooperazione, per il quale potrebbe esserci però direttamente un incarico di governo in caso di vittoria del centrosinistra. Circolano questi nomi per i "fuori quota" dei candidati Pd al Parlamento mentre è già folta, foltissima, la lista di chi invece correrà nelle primarie di fine anno: l'eurodeputato Andrea Cozzolino, i parlamentari uscenti Salvatore Piccolo, Teresa Armato, Luisa Bossa, Annamaria Carloni, Maria Fortuna Incostante, Alfonso Andria, Guglielmo Vaccaro, Tino Iannuzzi, Fulvio Bonavitacola, Tonino Cuomo. Con l'incognita dei consiglieri regionali che, stufi di fare opposizione a Stefano Caldoro, sono pronti a contarsi nuovamente dopo due anni: Umberto del Basso De Caro, Antonio Amato, Peppe Russo, Anna Petrone, Nicola Caputo, Rosetta D'Amelio. Per loro, come per i presidenti di Provincia e per i sindaci in carica, è necessaria però una "deroga" della direzione nazionale del partito prima di essere ammessi alle primarie. E Umberto del Basso De Caro, capogruppo regionale, la deroga la chiederà come altri consiglieri: «Se sarà accettata bene, altrimenti continuerò a esercitare serenamente e con impegno il ruolo di capogruppo in Regione».

Ma la lista degli aspiranti alle primarie è lunga, lunghissima. Ci sono il sindaco di San Sebastiano al Vesuvio Pino Capasso, l'ex presidente del consiglio comunale di Napoli Leonardo Impegno, l'ex assessore Valeria Valente, il segretario regionale della Uil Anna Rea, la coordinatrice provinciale delle donne Pd Susy Tartaglione, gli ex sindaci di Avellino e Portici, Giuseppe Galasso ed Enzo Cuomo, che si sono dimessi in tempo utile proprio in proiezione elettorale, Simone Valiante, figlio del consigliere regionale Antonio Valiante. E poi l'area vicina a Matteo Renzi con Alfredo Mazzei, Francesco Nicodemoe Giovanna Martano che provano a sfruttare la scia del lavoro svolto nelle scorse settimane. Lunedì 17 dicembre la Direzione nazionale del partito democratico approverà definitivamente le regole già tracciate due giorni fa da Pierluigi Bersani e ieri pomeriggio la segreteria regionale del Pd ha cominciato a lavorare sulle "gabbie" fissate a Roma tra cui la doppia preferenza uomo-donna e la rappresentanza equilibrata dei territori. «Abbiamo rimesso in moto la macchina delle primarie - spiega il segretario regionale Amendola - che coinvolge i volontari e i cittadini, elettori del centrosinistra che dovranno votare i candidati su base provinciale. Questo perché, oltre all'esigenza di aumentare la nostra presenza femminile, c'è anche una questione legata ai territori». La segreteria regionale ha avviato le prime "simulazioni" legate proprio alla suddivisione territoriale e ci sono aree in cui si annuncia bagarre. Tra Napoli e provincia, innanzitutto, dove l'esito delle primarie, e anche la sorte di alcuni parlamentari uscenti, dipende soprattutto dalle possibili "deroghe" relative a consiglieri regionali e sindaci.È da lì che passano gran parte delle preferenze del Partito democratico. Ma bagarre si annuncia anche a Salerno dove il sindaco Vincenzo De Luca, destinato comunque a un incarico di governo in caso di vittoria del centrosinistra e testimonial di Bersani alle primarie, ha intenzione di infoltire la pattuglia di parlamentari a lui vicini. Oggi il suo uomo forte è Fulvio Bonavitacola, ma De Luca vorrebbe almeno raddoppiare la sua rappresentanza. Dall'altra parte ci sono invece gli uscenti Iannuzzi, Cuomo, Vaccaro e, al Senato, Alfonso Andria. Ma pronti a entrare in gara ecco anche Valiante junior e il sindaco di Sassano (Comune del Vallo di Diano) Tommaso Pellegrino, ex parlamentare dei Verdi passato da tempo con il Partito democratico e molto radicato sul territorio. Lunedì in Direzione nazionale il timbro definitivo alle regole, poi la caccia alle deroghe e, soprattutto, ai voti all'interno dell'ampio bacino dei duecentomila campani che hanno partecipato alle primarie per la scelta del premier. Saranno loro a scegliere i candidati al Parlamento.

Nessun commento: