giovedì 19 settembre 2013

Il Comune: «O Saracino va giù»

Fonte: Salvatore Dare da Metropolis

Vico Equense - E’ l’ennesima puntata di una telenovela lunga oltre vent’anni. Ricorsi, appelli, sentenze, polemiche. Un po’ di tutto. Ma, alla fine, la sostanza non cambia. Quel ristorante a picco sul mare, immerso nell’oasi della piana di Seiano, «O Saracino», deve andare giù, spazzato via dalle ruspe. Perché c’è un provvedimento del Consiglio di Stato - datato 2011 - che l’ha giudicato «abusivo » e il Comune di Vico Equense non può più «indugiare ». Anche perché c’è stato fa un nuovo ricorso (vinto) al Tar della Campania presentato dal consigliere regionale del Pdl, Flora Beneduce, che assieme al marito Armando De Rosa, ex leader della Dc negli anni Ottanta, detiene una proprietà nelle vicinanze del locale: spinge affinché venga rispettato il provvedimento, definitivo, emesso dai giudici amministrativi. Ovvero, radere al suolo il ristorante. In tal senso, la giunta ha deciso di scendere in campo approvando la demolizione della struttura, il progetto e la valutazione tecnico-economica dei lavori. Il consigliere regionale Beneduce ha contestato l’inerzia dell’amministrazione a far eseguire l’intervento di demolizione. Che, stando ora al provvedimento emesso dall’esecutivo, potrebbe avvenire davvero a breve. L’operazione costerà all’ente di via Filangieri quasi 140mila euro, agendo in danno di Ciro Aiello, proprietario de «O Saracino», che successivamente dovrà liquidare la somma al Comune. La delibera è stata approvata nelle ultime ore: l’hanno votata tutti, a partire dal sindaco Gennaro Cinque. Ma con un’assenza pesante, quella dell’assessore al turismo, Antonio Di Martino, che stando al verbale del provvedimento numero 116 già pubblicato sull’albo pretorio non ha preso parte alla seduta.
 
La sentenza del Consiglio di Stato che ha sancito la demolizione del ristorante risale al 7 febbraio di due anni fa, arrivata al termine di una controversia iniziata nel 1998 con intervento nel giudizio proprio del consigliere regionale Flora Beneduce, quale controparte interessata. Aiello, proprietario de «O Saracino», due mesi dopo presentò all’ufficio urbanistica del Comune una domanda di permesso in sanatoria ritenendo che in base alle motivazioni della sentenza potesse usufruire del condono edilizio «ora per allora». I funzionari dell’ente dissero no perché la struttura si trovava su suolo demaniale marittimo. Ci fu l’ordine di demolizione che non fu messo in esecuzione anche perché Aiello presentò numerosi ricorsi alla giustizia amministrativa. Nulla da fare. Il consigliere regionale Beneduce s’appella al Tar e nel frattempo il Comune sblocca la situazione approvando il progetto.

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