Fonte: Salvatore Dare da Metropolis
Vico Equense - E’ l’ennesima
puntata di una telenovela
lunga oltre vent’anni.
Ricorsi, appelli, sentenze,
polemiche. Un po’ di tutto.
Ma, alla fine, la sostanza
non cambia. Quel ristorante
a picco sul mare, immerso
nell’oasi della piana di Seiano,
«O Saracino», deve andare
giù, spazzato via dalle
ruspe. Perché
c’è un provvedimento
del
Consiglio di
Stato - datato
2011 - che l’ha
giudicato «abusivo
» e il Comune
di Vico
Equense non
può più «indugiare
». Anche
perché c’è stato
fa un nuovo ricorso (vinto)
al Tar della Campania presentato
dal consigliere regionale
del Pdl, Flora Beneduce,
che assieme al marito
Armando De Rosa, ex leader
della Dc negli anni Ottanta,
detiene una proprietà nelle
vicinanze del locale: spinge
affinché venga rispettato il
provvedimento, definitivo,
emesso dai giudici amministrativi.
Ovvero, radere al
suolo il ristorante.
In tal senso, la giunta ha
deciso di scendere
in campo
approvando la
demolizione
della struttura,
il progetto e
la valutazione
tecnico-economica
dei lavori.
Il consigliere
regionale Beneduce
ha contestato
l’inerzia
dell’amministrazione
a far
eseguire l’intervento
di
demolizione.
Che, stando ora
al provvedimento
emesso
dall’esecutivo,
potrebbe avvenire davvero
a breve. L’operazione costerà
all’ente di via Filangieri
quasi 140mila euro, agendo
in danno di Ciro Aiello, proprietario
de «O Saracino»,
che successivamente dovrà
liquidare la somma al Comune.
La delibera è stata approvata
nelle ultime ore: l’hanno
votata tutti, a partire dal
sindaco Gennaro Cinque.
Ma con un’assenza pesante,
quella dell’assessore al
turismo, Antonio Di Martino,
che stando al verbale
del provvedimento numero
116 già pubblicato sull’albo
pretorio non ha preso parte
alla seduta.
La sentenza del Consiglio
di Stato che ha sancito la
demolizione del ristorante
risale al 7 febbraio di due
anni fa, arrivata al termine
di una controversia iniziata
nel 1998 con intervento nel
giudizio proprio del consigliere
regionale Flora Beneduce,
quale controparte
interessata. Aiello, proprietario
de «O Saracino», due
mesi dopo presentò all’ufficio
urbanistica del Comune una domanda di permesso
in sanatoria ritenendo che
in base alle motivazioni
della sentenza potesse usufruire
del condono edilizio
«ora per allora». I funzionari
dell’ente
dissero no perché
la struttura
si trovava su
suolo demaniale
marittimo.
Ci fu l’ordine
di demolizione
che non fu messo
in esecuzione
anche perché
Aiello presentò
numerosi ricorsi
alla giustizia amministrativa.
Nulla da fare. Il consigliere
regionale Beneduce
s’appella al Tar e nel frattempo
il Comune sblocca
la situazione approvando il
progetto.
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