La commissione parlamentare cultura prevede il rilancio dell’edificio.Intanto c’è la visita del vescovo Alfano fra crepe, infiltrazioni e umido
Vico Equense - Un simbolo
storico di Vico Equense in
comodato d’uso al Comune
che cade praticamente
a pezzi, da anni. Copiose
infiltrazioni d’acqua. Banchi
distrutti. Anche rifiuti.
Guano di colombi sparso
un po’ ovunque. Pavimenti
imbrattati. Una cappella che
versa in condizioni choc e il
cui rilancio passa soltanto
dalla futura approvazione
di una legge, attualmente
in discussione in commissione
cultura alla Camera
dei deputati e sostenuta innanzitutto
da Luisa Bossa,
parlamentare del Partito democratico
che ha trovato
appoggi bipartisan (al
di là della posizione
favorevole assunta dai
vertici del Movimento
Cinque Stelle). Anche a
Vico Equense.
Maggioranza e opposizione,
manco a dirlo,
spingono sull’acceleratore
per riprendersi
il «tesoro» dell’istituto
Santissima Trinità
e Paradiso attraverso
il decreto che prevede
l’acquisizione a patrimonio
comunale del
complesso seicentesco
che domina la città.
Mentre si attende con
insistenza ed un pizzico
di emozione, da
mesi, la fumata bianca
per la legge, l’altro
giorno, le porte della
chiesetta si sono riaperte.
Un po’ a sorpresa, a
Vico Equense, ha fatto
capolino l’arcivescovo
della diocesi Sorrento-
Castellammare di Stabia,
monsignor Francesco
Alfano, che dopo tante
richieste ha finalmente potuto
varcare l’ingresso della
cappella. E’ stato anche necessario
far arrivare un fabbro
alla Trinità perché una
delle chiavi era introvabile.
Poi via il sipario e l’emozione
di piombare nel cuore di
un edificio che profuma di
storia e fede che è iniziata
a salire nell’animo di chi ha
potuto «accarezzare» da vicino
un gioiello così vicino
(per l’acquisizione a patrimonio
comunale) e così lontano
(per l’iter lungo ancora
in corso).
A raccontare i retroscena
della visita nella chiesetta
è Claudia Scaramellino, il
consigliere comunale di opposizione
del gruppo «In
Movimento per Vico» che,
sul proprio profilo del social
network Facebook, aggiorna
la cittadinanza sullo stato
dei lavori della commissione
parlamentare cultura.
«Il vescovo Francesco Alfano
aveva fatto più volte richiesta
di visitare la piccola
chiesa - racconta l’esponente
di opposizione -. L’altro
giorno è stato finalmente possibile accedervi, ma anche
constatare i danni del
tempo e dell’incuria, soprattutto
sulle volte, che presentano
infiltrazioni d’acqua,
sui pavimenti e sui muri,
dove il guano dei colombi
appare depositato, in quantità
incredibile. I pavimenti
color grigio ne sono imbrattati,
i banchi appaiono deteriorati
nell’umido. Resta
tuttavia, pur nella decadenza,
la bellezza della chiesa
della Trinità, con i suoi muri
ornati di stucchi e dipinti di
colore rosa pastello. Oggi è
necessario il recupero della
bella cappella, che per molti
di noi, vicani, fu il luogo
della prima comunione o del
matrimonio. Pertanto è fondamentale
recuperare i fondi
necessari e già “partire” per
risolvere le urgenze. L’incuria
di un inutile comodato
comunale lascia i suoi segni,
speriamo non indelebili. Ma
per la Santissima Trinità non
c’è altra strada che quella di
essere acquisita al patrimonio
incedibile della nostra
comunità. Gli uomini possono
anche cambiare, ciò
che resta di un popolo sono i
suoi monumenti». (Fonte: Metropolis)
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