Fonte: Ilenia De Rosa da Il Mattino
Vico Equense - «Abbattere l’ecomostro di Alimuri è senza dubbio un traguardo importante ma bisogna stare attenti alle operazioni di messa in sicurezza». Con queste parole Claudio d’Esposito, presidente del Wwf penisola sorrentina, ha commentato la notizia della demolizione del «mostro» che da 50 anni rovina il paesaggio della costiera. «Il Comune di Vico Equense ha annunciato che entro sei mesi lo scheletro di cemento andrà giù – ha continuato Claudio d’Esposito – e questo ci fa sicuramente piacere. Ma il costone è pericolante, il rischio frane in quella zona è altissimo e vanno fatti adeguati interventi. L’assessore ha parlato di operazioni di disgaggio dei massi. Non sono certo che questo sia sufficiente. Vanno fatte adeguate verifiche per valutare gli interventi necessari, che potrebbero essere più impegnativi». Dello stesso avviso sono gli ambientalisti dei Vas, che hanno assunto, però, una posizione più dura. «E’ un’area ad altissimo rischio di crollo massi – ha spiegato Franco Cuomo, coordinatore circolo territoriale Vas - sebbene l'assessore Antonio Elefante, non si capisce suffragato da quali studi geologici, abbia parlato solo di qualche caduta, frutto della vegetazione. E’ stato annunciato un progetto di riqualificazione del sito per prevederne l’utilizzo ai fini turistici balneari, ma si tratta di una zona A 1, che non si può neanche sfiorare». Sulla possibilità di rendere la zona aperta al pubblico con l’eventuale costruzione di impianti turistico-balneari in molti sono scettici. «In quella zona la Soprintendenza bocciò la costruzione dello stabilimento – ha affermato Aldo Starace, consigliere di In movimento per Vico – mi sembra assurdo adesso riproporla. Inoltre, con questo atto sicuramente il Comune andrà incontro a dei rischi, tra cui quello di contenzioso con la società proprietaria». Sulla vicenda, dunque, non tutti i punti sono chiari. Ma il dato certo è che lo scheletro di cemento che fa parlare di sé da 50 anni finalmente verrà demolito. La delibera di giunta di venerdì scorso parla chiaro. «Gli uffici tecnici dovranno predisporre una perizia atta a indire una specifica gara d’appalto per la demolizione del manufatto – si legge nel documento - che dovrà tenere conto dei costi necessari per i lavori di messa in sicurezza provvisoria del costone roccioso, per le attività di demolizione e trasporto a rifiuto, per la creazione di una recinzione metallica al fine di mettere in sicurezza il sito.
Dopo l’individuazione dell’impresa esecutrice, si dovrà provvedere, senza indugio, alla demolizione». Il costo totale dell’operazione sarà di circa 400mila euro, così distribuiti: 50-60mila per le attività di disgaggio dei massi e di pulizia del costone, 200-300mila per l’abbattimento, altri 50-60mila per la successiva messa in sicurezza dell’area. Gli uffici comunali sono già al lavoro per percorrere una strada che, questa volta, sembra portare ad una soluzione veloce, definitiva e senza compromessi. L’ipotesi di una demolizione fu prospettata anche nel 2007 grazie all’interessamento del vice premier e ministro dell’ambiente dell’epoca Francesco Rutelli, ma l’operazione avrebbe avuto una contropartita. Fu pianificato un accordo, infatti, in base al quale i privati avrebbero ottenuto una nuova licenza per costruire un altro hotel di pari cubatura a Vico Equense. Niente più fu fatto. Oggi si è aperta, invece, una nuova possibilità senza alcun albergo in sostituzione dell’abbattimento.
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