Lettera ad Agorà del Geologo Gaetano Sammartino: a rischio l'incolumità degli abitanti della zona
Vico Equense - Il Comune di Vico Equense, nelle scorse settimane, ha sospeso l’autorizzazione per il taglio di due secolari pini domestici, situati a Seiano in una proprietà privata. La decisione è arrivata dopo l’appello degli ambientalisti della penisola sorrentina. Il via libera al taglio era stato decretato, per il timore che le alberature potessero crollare, l’ente diede l’ok ai privati per abbattere i pini. Il WWF Penisola Sorrentina, grazie ad una perizia geologica commissionata all’esperto Dott. Geol. Francesco Paolo Buonocunto, ha sottolineato come l’intervento di taglio delle due conifere secolari sicuramente avrebbe determinato un aumento di rischio da dissesto di frana da scivolamento, rendendo vano il potere imbrigliante dell’ingente apparato radicale tuttora in essere su un versante in materiale parzialmente sciolto ed incoerente, con vegetazione di alto fusto già scarsa. In tali zone – sostiene infatti il WWF - l’equilibrio geologico è così delicato e precario che illudersi di risolvere il problema semplicemente eliminando in toto la vegetazione arborea rischia di essere assolutamente pericoloso e devastante. Analoghi interventi di eliminazione per temuto pericolo di grossi alberi, posti su scarpate instabili o sui cigli di valloni, hanno avuto, il più delle volte, come diretta e documentata conseguenza il verificarsi di crolli ed eventi franosi. Una volta eliminati gli alberi è infatti proprio il disseccamento dell’enorme massa radicale a costituire la causa di probabili successive frane.
Si sono appena placate le polemiche sulla questione dell’abbattimento, che l'argomento ritorna d'attualità con una lettera del Geologo Gaetano Sammartino, Presidente della Sigea Campania/Molise
pubblicata sul settimanale Agorà della Penisola sorrentina.
Lettera ad Agorà. La vera storia dei pini di Seiano
Tempo fa è stato pubblicato un articolo dal titolo “Salviamo i due grossi pini di Seiano” con il quale il Presidente del WWF Penisola Sorrentina, Dr. Claudio D'Esposito, sollecitato dai cittadini e abitanti del posto, ha immediatamente diffidato il Comune dal fare eseguire il taglio senza il necessario ed obbligatorio nulla osta della Soprintendenza e rendendo noto di aver già conferito un incarico all’esperto del C.N.R. Dott. Geol. Francesco Paolo Buonocunto, per produrre una consulenza professionale geologica sulla questione.
Il Dr. Geol. Paolo Buonocunto, secondo quanto riportato nell’articolo, si è assunta la responsabilità di affermare che “le piante si presentano con chiome folte e rigogliose, con una verticalità perfetta e non appaiono malate, né in uno stato di sofferenza biologica e non lasciano ipotizzare alcun timore e/o sospetto di pericolosità strutturale”.
La prima domanda che mi sovviene è: nella valutazione sulla pericolosità dei due pini, sono stati rispettati i protocolli previsti? Ebbene, per stabilire il livello di stabilità di un albero esistono numerosi protocolli che vengono utilizzati per effettuare le verifiche. Il sito della Società italiana di arboricoltura (SIA), riporta le modalità di svolgimento dei principali controlli.
Innanzitutto, per effettuare una corretta valutazione della stabilità, si devono descrivere le caratteristiche biomeccaniche di un albero nei suoi vari apparati, in termini qualitativi e quantitativi soprattutto per quanto concerne il rischio di schianti o cedimenti. La verifica, deve essere condotta sulla base di nozioni di patologia vegetale, botanica, meccanica, tecnologia del legno etc. (note operative arboricolturali).
Si devono descrivere inoltre, le principali caratteristiche dell'area di sedime dell’apparato radicale (forme di dissesto localizzate, segni di erosione sui terreni, lesioni fratture ecc.) e quelle ambientali in cui l'albero si trova a vivere. Anche i dati storici su situazioni pregresse possono fornire elementi utili all’indagine e fornire un quadro più completo. Nell'indagine visiva sul singolo esemplare si devono ricercare, descrivere e valutare i sintomi, i danni, le anomalie per individuare i cosiddetti "punti critici" che abbiano ripercussioni dirette o indirette sulla stabilità dell'albero o di una sua parte. Tale procedura, che può essere attuata con l'ausilio di attrezzi come martello in gomma, sgorbie, aste graduate, binocolo ecc.. concorre all'individuazione dei punti su cui effettuare i sondaggi. Non fanno parte dei giudizi esprimibili, nell'ambito delle indagini di stabilità, quelli basati su criteri estetici, paesaggistici, ecologico-ambientali o relativi a valutazioni estimative legate ad esempio al valore ornamentale o al valore di servizio legato all'età.
Sugli alberi su cui si individuano i "punti critici" si dovranno effettuare approfondimenti strumentali con lo scopo di descrivere a livello quantitativo i danni o le lesioni presenti. Le analisi si effettuano a discrezione del rilevatore in numero necessario e sufficiente ad ottenere una diagnosi esauriente e documentata relativamente a quanto concerne la stabilità dell'albero. (Es. di indagini: prove soniche e ultrasoniche per individuare le principali discontinuità nei tessuti lignei; misurazione della densità del legno attraverso prove penetrometriche; prove distruttive di campioni lignei misurando forza ed angolo di rottura per l'individuazione delle caratteristiche meccaniche del legno).
Infine, è quantomeno necessario redigere una apposita relazione tecnica che descriva la metodologia di indagine utilizzata e le procedure operative. La relazione deve contenere una “Scheda pianta” (sottoscritta e datata dal rilevatore) che permetterà di comprendere la situazione biomeccanica dell'albero (evidenziandone i punti critici) e di visualizzare la localizzazione dei punti di sondaggio.
Non credo che il Dr. Buonocunto abbia rispettato tali protocolli o che magari abbia condotto specifiche indagini sulla effettiva qualità e salute degli alberi esaminati, ma sicuramente avrà indagato a vista, quanto ognuno di noi, in base alla propria esperienza professionale, può più o meno rilevare.
Il Dott. Geol. Buonocunto, attenendosi alle norme di attuazione del PSAI dell’ex Autorità di Bacino del Sarno, ha giustamente affermato che l’area in oggetto insiste su una zona campita ad alto rischio idrogeologico e che conseguentemente il taglio delle due essenze arboree potrebbe determinare un aumento di probabilità che si possano verificare dei movimenti franosi.
Ma, questo è il punto nodale della questione! Anch’io naturalmente concordo in linea di principio che l’eliminazione degli alberi possa costituire la causa di un probabile successivo evento franoso, per tutte le ragioni tecniche che non sto qui a ripetere, ma chi ci garantisce che i due alberi non cadranno per le cause più svariate? Chi garantisce sulla incolumità delle persone che abitano sotto i due maestosi alberi?
Val la pena di ricordare che le stesse Norme di Attuazione dell’Autorità di Bacino all’art. 1, comma 3 lettere a) e b); evidenziano che:
In tutte le aree perimetrate con situazioni di rischio o di pericolo il piano persegue in particolare gli obiettivi di:
a) salvaguardare l'incolumità delle persone, l'integrità delle infrastrutture e delle opere pubbliche o di interesse pubblico, l'integrità degli edifici, la funzionalità delle attività economiche, la qualità dei beni ambientali e culturali;
b) impedire l’insorgere o l'aumento dei livelli di rischio oltre la soglia del rischio accettabile così come definito al successivo articolo 2, non consentire azioni pregiudizievoli per la definitiva sistemazione idrogeologica del bacino, prevedere interventi coerenti con la pianificazione di protezione civile;
A questo punto, mi assumo la responsabilità di affermare che gli alberi, in quanto essere viventi, possono anche cadere. Possono cadere per malattie che ne indeboliscono il tronco e le radici, per la cattiva o addirittura mancata manutenzione e prevenzione del pericolo, ma anche per cause impreviste quali le mutazioni climatiche che oramai generano eventi estremi di precipitazioni intense e prolungate, l'esposizione delle alberature sottoposte ai venti dominanti e prevalenti, quale quella che si configura nel caso in esame.
Secondo l'art. 2051 del codice civile, che disciplina la responsabilità nel caso della caduta di un albero, recita che: «Ciascuno è responsabile del danno cagionato dalle cose che ha in custodia, salvo che provi il caso fortuito».
Nel nostro caso, il proprietario, si era fatto promotore di una richiesta di autorizzazione presentata al Comune di Vico Equense che era stata regolarmente concessa e successivamente revocata per le motivazioni che conosciamo, pertanto al momento, il Sindaco di Vico Equense, revocando l’ordinanza di abbattimento, sulla base delle sollecitazioni ricevute dal Presidente del WWF della Penisola sorrentina e dagli abitanti del posto, si è assunta la responsabilità di non considerare quanto previsto sulla salvaguardia dell’incolumità delle persone e delle residenze che gravano nell’area di incidenza dei due alberi.
Premesso che l'abbattimento di un albero è una operazione ostile ad ogni forma di rispetto dell'ambiente, ma che occorra altresì porre sempre in primo piano il valore della vita umana, risulta necessario che ognuna delle parti coinvolte faccia una seria e attenta riflessione, ricercando una soluzione che metta al riparo, sia gli alberi, cosiddetti monumentali, e sia soprattutto gli abitanti che vivono nell'area di influenza e che si trovano, loro malgrado, esposti al rischio.
Presidente della Sigea Campania/Molise
Dr. Geol. Gaetano Sammartino
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