venerdì 18 settembre 2015

Mare sporco, tentazione dei Comuni: auto-controllo dei privati sugli allacci e verifiche sulle perizie

Gennaro Cinque
Fonte: Metropolis

Sorrento - Una sanatoria. Un condono. Oppure più tecnicamente un “autocontrollo” che sarà comunque al centro di contro-indagini di Comuni, Asl, Gori e polizia municipale così da mettere all’angolo i fuorilegge. Fatto sta che la lotta agli scarichi abusivi continua ma con dietro l’angolo una sterzata radicale che potrebbe sia suscitare polemiche sia condurre alla produzione di nuovo materiale da rivolgere all’attenzione della Procura della Repubblica di Torre Annunziata che, da oltre un anno, tiene aperta un’inchiesta sull’inquinamento del mare in penisola sorrentina. Il discorso è questo: Gori e i Comuni sono chiamati a uno sforzo incredibile per scandagliare tutti gli allacci nelle fogne, verificando la legittimità degli sversamenti nelle condotte “bianche” dove, ultimamente, stanno spuntando scarichi fecali irregolari. Ci sono almeno 45mila utenze da mettere sotto la luce dei riflettori e, per tempi, si rischia di arrivare all’estate prossima senza aver completato una mappatura del territorio definitiva. E al di là dei ritardi nella costruzione del maxi depuratore consortile di Punta Gradelle. Ecco perché i Comuni della penisola sorrentina stanno valutando un potenziale accordo nell’ottica di una “sanatoria”: i sindaci, come ha già avanzato in via informale ai “colleghi” il primo cittadino di Meta Giuseppe Tito, dovranno esprimersi sull’obiettivo di emettere ordinanze con cui potrebbero obbligare i titolari degli allacci – a partire da condomini, strutture e alberghi – ad effettuare in proprio controlli sugli scarichi che, talvolta, risultano sì legati abusivamente alle fogne comunali ma che spesso sono collegati irregolarmente da decenni, magari su impulso degli “ex” proprietari oppure - come venuto a galla a Sorrento - sulla scorta di progetti vecchi che non tenevano conto dell’attuale normativa ambientale.
 
Entro 120 giorni dalla notifica dei provvedimenti, se l’iter dovesse giungere alla fumata bianca, i privati dovranno trasmettere ai Comuni e all’Asl Napoli 3 Sud i responsi degli accertamenti e, in caso di anomalie, dimostrare di aver fronteggiato la situazione e risolto potenziali guasti. Spetterà successivamente agli stessi enti, con l’ausilio della polizia municipale e delle forze dell’ordine, controdedurre sui rilievi effettuati in proprio. In caso di riscontri negativi o di “perizie” che attestino uno stato dei luoghi differente da quello dichiarato, fioccheranno le denunce a carico degli utenti titolari degli allacci con due ipotesi accusatorie ben precise. La prima è quella prevista dall’articolo 650 del codice penale, ovvero l’inottemperanza a un provvedimento dell’autorità (nel merito l’ordinanza dei sindaci). La seconda, forse quella più pesante, sarebbe il reato di falso. Senza dimenticare un’altra batosta, quella dovuta alla multa da capogiro in caso di scarico ambientale fuorilegge con sanzioni che in talune circostanze partono anche da 6mila euro. La proposta di Tito ha trovato riscontri positivi, almeno in questa fase preliminare, da parte di Gori e alcuni sindaci. Molto però dipenderà da un incontro chiave che potrebbe avvenire nel giro delle prossime ore. E tutto ciò mentre è ancora aperta l’emergenza di Punta Gradelle dove è previsto il nuovo depuratore che dovrà soddisfare le esigenze di tutti i Comuni del comprensorio. L’opera è completa per il 65% del progetto previsto, ma mancano ancora 21 milioni di euro dei 43 totali di pagamento per la struttura a favore del Consorzio costruzioni che si sta occupando della realizzazione dell’impianto biologico. Si rischia quindi di passare un’altra estate, quella del 2016, senza la centrale di smaltimento tanto attesa per la svolta. Sul punto è laconico Gennaro Cinque, ex sindaco e oggi assessore di Vico Equense: «Inutile mettere in funzione il depuratore se i Comuni non risolvono prima il problema di separare le acque bianche da quelle nere – ha dichiarato ieri –. Per inaugurare l’impianto dovrà essere chiuso il discorso degli scarichi irregolari». Ed è proprio quello su cui oggi i Comuni ragionano con la sanatoria sull’acqua e sui batteri fecali.

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