martedì 27 settembre 2016

Referendum spaccatura trasversale in città tra Sì e No

Maria Elena Boschi
Il voto del 4 dicembre spacca movimenti amicizie e partiti Incognita astensione 

Fonte: Antonio Di Costanzo da La Repubblica Napoli 

In Campania sul referendum costituzionale del 4 dicembre si consumano anche scontri fratricidi. Il primo tra tutti è quello tra Antonio Bassolino, sostenitore del Sì, e il notaio Tino Santangelo, animatore dell'associazione Sudd, creatura dell'ex sindaco e presidente della Regione. Santangelo è il coordinatore del comitato per il No ispirato da Massimo D'Alema che vede tra gli alfieri in Campania l'eurodeputato Massimo Paolucci. Dal lato opposto della barricata si colloca Bassolino che giovedì scorso, presentando il programma della festa della Fondazione Sudd, che si terrà dal 29 settembre a domenica 2 ottobre, ha annunciato che voterà «convintamente Sì». Alla kermesse, Bassolino ha invitato anche Luigi de Magistris che è in prima linea, con la costellazione di partiti della sinistra, nel sostenere le ragioni del No, in contrapposizione al governo Renzi. Ma sul voto del 4 dicembre in Campania e al Sud pesa l'incognita di un forte, probabile astensionismo che preoccupa più lo schieramento del No.
 
Per il Sì sono compatti i vertici del Pd guidati in Campania dal segretario Assunta Tartaglione. Tra i più attivi nella battaglia per il Sì, il renziano sindaco di Ercolano Ciro Buonajuto, vicino alle posizioni della ministra Maria Elena Boschi . Ma a far sentire forte la voce del Sì è soprattutto il presidente della Regione Vincenzo De Luca che sul referendum fa asse con Bassolino. Una missione sposata anche dal figlio del governatore, Piero De Luca, coordinatore scientifico del comitato regionale per il Sì al referendum: «La riforma consente di far guadagnare credibilità, stabilità e competitività al Paese» è il suo mantra. De Luca jr, sabato 17 settembre organizzò un incontro a Salerno sulla riforma al quale prese parte Maria Elena Boschi. Per De Luca jr tifo da stadio in una sala riempita dai deluchiani a Salerno per Maria Elena Boschi. La ministra è stata ospite anche della festa regionale del Nuovo centrodestra, organizzata dal sottosegretario Gioacchino Alfano a Limatela, nel beneventano, dove è intervenuto il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, per rilanciare l'appello al Sì. Si avvicina al Sì anche l'ex presidente del Consiglio Ciriaco De Mita: «Finché rimane questa legge elettorale e questa riforma, votare No è un dovere per evitare un rischio» dice domenica in un'intervista a Repubblica. De Mita, però, lascia una finestra aperta: «Si potrebbe votare Sì, a due condizioni: cancellare l'italicum e discutere della nuova riforma costituzionale, immediatamente dopo il risultato elettorale, da votare poi in parlamento». Non hanno dubbi sul Sì i moderati di Giacomo Portas con il senatore Nello Formisano leader locale che appoggia la riforma. Il fronte del No, invece, oltre al Movimento cinque stelle che in Campania voterà compatto per bloccare il progetto del governo, vede schierata anche Forza Italia. Per l'ex presidente della Regione, Stefano Caldoro «la riforma penalizza il Mezzogiorno. Le modifiche all'articolo 119 della Costituzione sanciscono di fatto la differenza tra Nord e Sud». Il coordinatore regionale di Forza Italia Paolo Russo e la deputata e capogruppo in consiglio comunale. Mara Carfagna, hanno annunciato banchetti con i comitati per il No. Il 7 ottobre Carfagna parteciperà all'iniziativa "La Campania dice No" fissata alle 17,30 all'hotel Mediterraneo a Ponte di Tappia. È orientato a votare per il Sì, invece, l'imprenditore Gianni Lettieri, candidato sindaco appoggiato dal centrodestra, sconfitto da de Magistris. Le posizioni di Lettieri sono sempre più vicine a quelle di Renzi, da qui la decisione di sostenere il Sì. Tornando al Pd, i riformisti bersaniani, come Gianluca Daniele, sono indecisi: «Sinistra riformista spiega Daniele - ha chiesto una modifica della legge elettorale perché, pur ritenendo, che nella riforma costituzionale ci siano anche cose buone, a non funzionare è il combinato disposto tra la riforma costituzionale e una legge elettorale sbagliata, che riduce molto gli spazi di democrazia».

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