Pizza vicana |
Vico Equense - Come sempre, dopo una serata di presentazione, si finisce in pizzeria. Ieri sera è toccato a “Cerasè”, pizzeria in via Filangieri, nella curva prima di arrivare in piazza, venendo dalla stazione. Siamo arrivati in un momento di grazia, con un tramonto che ci invitava a scattare foto che contenessero tutto il panorama: il mare, il Vesuvio, le luci accese per le colline come un presepe nella notte di Natale, la punta del campanile di San Francesco un po’ più su, una palma prepotente davanti al mare e accanto a noi una coppia in panchina. Il vento era scemato, il mare una perfetta tavola e un rosso prugna s’insinuava tra la vetrata del ristorante e l’orizzonte. Dalla villetta, davanti al ristorante, non si evince la struttura graziosa delle sale. E una volta dentro, ci si sente protetti, in un ambiente che non saprei dire se più a mo’ di acquario con intorno lo spettacolo della terra o sulla terra con vista mare e luci intorno a ricordarci delle belle fiabe, come se da un momento all’altro giungesse un principe o una principessa a raccontarci la sua storia. I tavoli allineati con tovaglie azzurre e conchiglie al centro, coperti posti in modo originale, rendono l’atmosfera intima e raffinata. E a un tratto arriva davvero il principe azzurro, nelle sembianze di un cameriere che ci porge il menù, per invitarci a ordinare.
Noi tre eravamo già preparati a mangiare la nostra pizza tanto attesa, facendo attenzione alla dieta, ma senza perderci il sapore. I clienti, tutti stranieri, guardavano intorno e gustavano il loro pasto in silenzio e meditando in quale paradiso fossero capitati. E anche noi, del posto, siamo stati rapiti dalla bellezza del panorama e il pensiero di trovarci in un posto tra i più belli, è stato di sottofondo per tutta a serata. Ma il panorama avrebbe detto nulla o poco se non fosse stato accompagnato da un’ottima pizza nei gusti: Vicana, Italia e Ortolana. Sulla pizza nulla da eccepire, nemmeno sul servizio, se poi a servirci sono dei principi anche un po’ orientali. Non mancavano nemmeno le principesse, bionde, alte e inglesi, così come indiani, da pensare, a un certo punto, di trovarmi nella fiaba di Aladino. Un luogo multietnico e con stranieri,perenni turisti che non resistono a stare lontani dal mare anche di sera, con le luci sparse per la costa, né dalla pizza, tra le più buone che si possano mangiare. Il Direttore d’Esposito mi raccontava che da qualche parte, sulle pareti doveva trovarsi un disegno del maestro Asturi, fatto con dei fondi di caffè. A quel punto mi giravo da una parte all’altra alla ricerca del segno del maestro, che non ho potuto vedere ma già ne immaginavo i contorni. Ma al di là della bellezza mozzafiato del posto, della serenità che si respira all’interno del locale, dell’azzurro che emerge da ogni parte, la vera protagonista ieri sera è stata la pizza, gustosa, ben cotta, con ingredienti genuini. Per finire con una delizia alle ciliegie, come dessert, che postami davanti, mi ha fatto ammutolire. Le ciliegie sono la mia passione, mi hanno riportato alle pagine di un mio racconto dal titolo “Il ciliegio” e al gelato croccante che ero solita mangiare da ragazza e che non trovo più in giro da un bel po’ di estati. Se un posto sprigiona tante magie ed evoca atmosfere e ricordi, allora siamo davvero in una fiaba. Il nostro principe orientale si è avvicinato con il conto, peraltro modico, saldato il quale, siamo usciti. Sulla porta il proprietario, Michele Cuomo, appena giunto da Napoli, ci ha raccontato dell’impresa della pizza più lunga, con la quale Napoli è entrata nel guinness dei primati. Peccato, come nelle fiabe, l’incantesimo è finito appena usciti in strada dove un venticello serale ci ha riportato alla realtà, come quando si chiude l’ultima pagina del libro che ci ha fatto sognare. Mai più nome è stato più adatto “Cerasè”, come una ciliegia posta su un dolce, la parte che per prima andiamo ad assaggiare, come una tentazione, un piacere irrinunciabile. Il posto merita di essere visitato…e gustato. Gli elementi per farlo ci sono: pizza ottima, panorama mozzafiato, sale da incantesimo, principi che girano a mo’ di camerieri, mare sempre di fronte a marcare il panorama, luci e conchiglie, profumi della terra e compagnia buona.
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