domenica 23 aprile 2017

I Verdi respingono le dimissioni del coordinatore di Vico Equense: «Torna in campo». E Cuomo ci riflette

Franco Cuomo
Fonte: Salvatore Dare da Metropolis

Vico Equense - Il presidente nazionale dei Vas e già senatore Guido Pollice ha respinto le dimissioni presentate dal coordinatore locale di Vico Equense Franco Cuomo. Un addio ufficializzato a metà settimana a sorpresa. Cuomo, autore di innumerevoli battaglie a tutela dell’ambiente della penisola sorrentina, aveva detto “basta” perché lasciato praticamente da solo a lottare contro «gli scempi» con un «territorio rapinato» imputando anche iter amministrativi a suo avviso borderline. Ma Pollice, in un documento girato al collega, tenta di fermare la rottura. Anche se chiaramente Cuomo ha dichiarato di essere pronto a farsi da parte se ci fosse qualcuno intenzionato a rimpiazzarlo. Nel corso delle prossime ore ci sarà una decisione sull’eventuale rientro nei ranghi. Cuomo sta pensando sul da farsi e probabilmente il pressing di amici e sostenitori - rimasti senza parole per le dimissioni - potrebbe spuntarla. «C’è rimedio a tutto e si può tornare indietro e tu devi tornare indietro» è la frase con cui Pollice, rivolgendosi a Franco Cuomo, lo invita decisamente a riprendere in mano le redini della situazione. Laconici alcuni passaggi nella lettera d’addio di Cuomo che restano impressi comunque nella lotta a tutela del verde in penisola sorrentina: «Da troppo tempo ormai per ogni mia denuncia di abusivismo e di rapina vera e propria del territorio, ci sta sempre il più intelligente della comunità equense che ti avvicina e ti dice: “Ma sei solo purtroppo”.
 
Non considerando che lui che dice questa cosa a me, esplicitamente ti dice “Io non sto con te”. In più, l’indifferenza verso la tutela del territorio da parte di tutti mi ha convinto che una battaglia di testimonianza oggi non serve più a nessuno, meno che mai al territorio: si finisce su qualche pagina di giornale locale che riporta la notizia e il tutto finisce il giorno dopo, mentre le figure che distruggono, manomettono e rapinano il territorio, esibendo l’etichetta di imprenditori e imprenditrici, fanno i loro affari e i loro interessi, trovando complicità nelle amministrazioni pubbliche, anche sostenute da normative paesaggistiche e urbanistiche che ormai hanno fatto a pezzi strumenti catenaccio quali il Put».

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