I deputati campani del Pd non votano l'emendamento per ripristinare la tariffa unica
Fonte: Marco Esposito da Il Mattino
Alla fine anche il Pd campano alza bandiera bianca. E fa una clamorosa retromarcia sulla tariffa Rc auto per i virtuosi. Ieri, nel voto decisivo alla Camera sulla tariffa Rc auto per gli automobilisti corretti, tutti i deputati campani del Partito democratico hanno deciso di non partecipare. Hanno lasciato che l'aula di Montecitorio bocciasse, su indicazione del governo, un emendamento al disegno di legge sulla Concorrenza che riproponeva il principio di equità, cioè la battaglia che nel 2015 aveva visto protagonista - alla Camera e nelle piazze - il Pd campano. L'ordine di scuderia ha prevalso in modo clamoroso sull'interesse del territorio. Protagonista della battaglia del Pd per la «Tariffa Italia» era stato Leonardo Impegno. Il quale pochi giorni fa, in commissione Attività produttive, aveva coerentemente ripresentato la sua nonna. E lui è stato a spiegare la clamorosa retromarcia al momento del voto decisivo. «Penso che una battaglia individuale che è stata anche collettiva - ha detto ieri in Aula - deve cedere il passo a un interesse più generale, che è il ddl Concorrenza». Il disegno di legge sulla Concorrenza è stato approvato venti mesi fa alla Camera con la «Tariffa Italia», poi modificato in molte parti al Senato (dove il relatore Salvatore Tomasetti, sempre del Pd, ha cancellato il principio della tariffa unica nazionale a parità di condizioni) e ora è tornato alla Camera per la lettura finale.
Qualsiasi modifica rende necessario un altro passaggio al Senato e, in quest'ottica, il comportamento «responsabile» dei parlamentari campani assume una sua logica. Solo che la Camera nei giorni scorsi ha già modificato in più punti il ddl Concorrenza, il quale quindi comunque dovrà tornare in Senato. Per cui la Tariffa Italia ieri poteva essere reintrodotta senza alcuno scrupolo sulla tempistica: il sacrificio degli automobilisti campani virtuosi in nome di «un interesse più generale» suona come una resa senza condizioni. Il deputato campano di Forza Italia Paolo Russo ieri aveva presentato una ventina di emendamenti contro le discriminazioni territoriali che colpiscono gli automobilisti campani e, man mano che proseguivano le votazioni, aveva allargato il campo dei consensi oltre ai Cinquestelle, da sempre protagonisti di questa battaglia. Ha votato a favore del Sud la sinistra. E persino la Lega Nord, a un certo punto, ha iniziato a sostenere lo stop alle discriminazioni territoriali. Ma gli emendamenti continuavano a essere bocciati («siete dei serial killer», ha sbottato Russo). Finché è arrivata la ventitreesima votazione, quella che riproduceva la «tariffa Impegno». E Impegno - nel provare a spiegare in aula il suo non voto sull'emendamento da lui proposto in Commissione (e riproposto in aula) - ha affermato che «la battaglia su una Rc auto più equa per il Sud trova legittimità nel ddl». Il testo, nella versione annacquata approvata dal Senato e ieri confermata dalla Camera, in effetti certifica che c'è una sperequazione tariffaria, tuttavia prevede, com'è noto, un generico sconto, definito «significativo» e «aggiuntivo» per gli automobilisti del Sud che non fanno sinistri per cinque anni e installano la scatola nera, senza però mettere un numero nella legge o almeno un metodo di calcolo della tariffa finale. Lo sconto, di per sé, può essere anche del 50% ma ciò non porta benefici se nel frattempo la tariffa raddoppia. «È evidente che non volete scontare nulla», ha commentato Russo. La tassa sulla residenza resta in vigore.
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