mercoledì 27 settembre 2017

Pd, si tratta per rinviare il congresso

Sherpa romani al lavoro tra le correnti. Oggi De Luca partecipa alla festa di Mdp 

Fonte: Simona Brandolini da Il Corriere del Mezzogiorno 

La palla passa a Roma. Al solito, direte. Ma dopo l'ennesima crisi del Pd napoletano ora il caso Napoli è arrivato al Nazareno. E si tratta per uno slittamento, forse di un paio di settimane, del congresso. D'altronde gli attori in commedia non sono proprio gli ultimi dem. in questa tornata congressuale si stanno scontrando i pezzi da novanta, i capicorrente, con annessi addentellati romani. Sullo sfondo, mica solo la segreteria provinciale di un partito ormai esanime, ridotto com'è all’11 per cento, ma le candidature alle politiche. Dunque è ovvio che la partita s'è ingarbugliata. Nelle prossime ore si tenterà, insomma, di ricucire o almeno di andare a un congresso m maniera «civile». La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato lo spettacolo della direzione provinciale dell'altra sera finita a ricorsi. Ieri il numero dei ricorrenti è ulteriormente salito: siamo a quota 8. Le diplomazie che fino a pochi giorni fa stavano a guardare perché la parola d'ordine era «tirate dritto» ora si sono messe al lavoro. Da una parte i renziani ex popolari (Topo-Casillo-Armato), dall'altra gli ex diessini (Valente-Marciano-Impegno-Daniele). Ora la partita è nelle mani di Lorenzo Guerini, Maurizio Martina e Matteo Orfini.


Il primo deve convincere gli altri due a placare gli animi, ad accettare un rinvio, anche la riapertura del tesseramento nei casi in cui non si è fatto. Proposte che erano sul tavolo (saltato) anche a Napoli. Un primo effetto della deflagrazione della maggioranza renziana è un avvicinamento della minoranza orlandiana all'area ex popolare. Se i contrasti non si dovessero sanare si avrebbero due squadre bizzarre e in questo contesto la candidatura del «saggio» Salvatore Piccolo potrebbe essere accettata da tutti. Altrimenti la componente di Orlando presenterà un suo candidato. Quanto alle condizioni poste dai dissidenti renziani c'è soprattutto quella di un garante nazionale che dovrebbe sovrintendere a tutte le fasi congressuali e quindi non il solito «testimonial» romano inviato in giornata. In questo quadro chi pare ormai alla finestra è Vincenzo De Luca, che certo non si infilerà in una guerra non sua, tra napoletani. E difatti stasera alle 20 sarà alla festa nazionale di Mdp, che apre i battenti proprio con il sindaco di Napoli Luigi de Magistris (sul palco con Guglielmo Epifani) e De Luca (che si confronta con Enrico Rossi, modera Enzo d'Errico, direttore del Corriere del Mezzogiorno). La presenza del governatore in Mdp non ha lasciato tutti soddisfatti. «Veniamo da un ciclo di feste del Pd e del M5S con i tornelli agli ingressi — taglia corto il deputato Arturo Scotto — escludendo il confronto con le altre forze politiche. Per noi è un'occasione di apertura e confronto. E quindi anche con le principali istituzioni della regione».

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