Incontri informativi e attività per mamme e papà in dolce attesa 7 e 8 ottobre 2017, Oasi Patrizia Veniero - Sant’Agnello. Ilaria Borrelli: “Un’opportunità totalmente gratuita di ascolto, sostegno, confronto, informazione e consulenze gratuite”
Sant’Agnello - Sabato 7 e domenica 8 ottobre, dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 16.00 alle 18.00, presso l’Oasi Patrizia Veniero di Sant’Agnello, si terranno una serie d’incontri per mamme e papà in dolce attesa. L’idea di questa iniziativa, nasce dalla presa di coscienza che sul territorio della Penisola Sorrentina, ma anche oltre, poco o nulla si fa per i futuri genitori, al di fuori dei classici corsi di accompagnamento alla nascita forniti dall’ASL. “Così – spiega la dottoressa Ilaria Borrelli – è nato il desiderio di creare un luogo sociale in cui infondere la cultura della genitorialità consapevole, in cui confrontarsi liberamente e non sentirsi mai soli.” Nel corso della due giorni, si parlerà anche di bonding, il processo che porta alla formazione del legame fisico e psicologico fra il bambino e i suoi genitori. “C'è un momento speciale, - continua la dottoressa Borrelli - detto "periodo sensibile", in cui gli attori del bonding (neonato, mamma e papà) sono particolarmente inclini all'instaurarsi della relazione. Inizia nelle prime ore dopo il parto e si mantiene in genere per il tutto il corso della permanenza in ospedale. Nei primi 60-90 minuti di vita, in particolare, il neonato è in una fase di veglia tranquilla, è molto attento e riesce a percepire ciò che lo circonda: vive il suo primo incontro con il mondo. È sensibilissimo al contatto "pelle a pelle" con il corpo della mamma, che rappresentava il suo universo fino a pochi attimi prima, sente e riconosce il suo odore, la sua voce e, se accostato al seno, il suo battito cardiaco. Anche i genitori - conclude Ilaria Borrelli - sono particolarmente ricettivi nelle prime due ore dopo la nascita: cominciano a riconoscere il loro cucciolo, attuando inconsapevolmente un passaggio fondamentale, quello che li porta a confrontarsi non più con un bambino "immaginato", ma con un bambino "reale".”
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