venerdì 13 dicembre 2019

Regali sospesi

di Filomena Baratto

Vico Equense - Per Natale potremmo mettere sotto l’albero un regalo sospeso: le nostre richieste con la speranza che qualcuno le esaudisca. O viceversa, lasciare una quota per acquistare ciò che desiderano. Non è una scortesia, ma un salvarsi dal regalo natalizio diventato un rompicapo. Eliminati quelli che ormai non si fanno più nemmeno ai malati: pantofole, pigiama, il regalo prevede la solita cravatta, la cintura, il profumo, utili ma scadono nel personale e sembra un attentato al gusto e allo stile. Il benessere ci ha viziati e il regalo ha perso il valore della sorpresa, soprattutto se delude le aspettative. Oggi sembrano inadeguati perché non abbiamo bisogno di queste cose. Dovremmo mettere sull’albero bontà, pazienza, ascolto, educazione, solidarietà. Visto che questi sono doni troppo pretenziosi e irraggiungibili, ci limitiamo a cose materiali. Pur di toglierci il pensiero ci affrettiamo nella ricerca dei regali da sistemare sotto l’albero, come di un onere di cui vogliamo al più presto liberarci. Salta in mente la novella di Luigi Pirandello dal titolo proprio Leviamoci questo pensiero tratta da Novelle per un anno dove Bernardo Sopo, il protagonista, con la moglie appena deceduta sul letto, si preoccupa di rendere la dote al suocero, che si innervosisce a vederlo smaniare. E dopo si preoccupa di non poter pagare la pigione per la perdita della rendita. E continua così a voler declinare quello che non potrà più avere a causa della morte che giunge a metterci in difficoltà, mentre la beata Ersilia, che lo ha lasciato, ha raggiunto l’aldilà, come tutti prima o poi, togliendosi anche lei il pensiero.
 
Anche noi facciamo come Bernardo, corriamo e così finiamo per regalare stupidaggini, per la fretta di toglierci il pensiero, quando non tergiversiamo troppo nell’acquisto di doni utili, importanti, attesi. Pensiamo che il denaro sia offensivo e che l’altro conoscendo la quota possa giudicarci e reputarlo al di sotto delle sue aspettative. Non è semplice scegliere, molto spesso si ripiega sulle solite cose di ogni anno. Conosco persone che si preparano molti mesi prima per i regali di Natale, fatti con le proprie mani, un po’ come accade con la preparazione dei pastori nel presepe napoletano: si lavora per avere tutto pronto a dicembre. E’ pur vero che non si può impiegare lo stesso tempo per tutti. Si finisce per discriminare un amico o un parente, per aver dedicato maggiore attenzione ad altri. Poi ci sono quelli che a Natale attendono in regalo una dote, una rendita, una rarità e non un semplice dono. Il regalo è una manifestazione del nostro affetto, quel pensiero che veramente c’è in un angolo del nostro cuore per l’amico, il vicino, il parente. Col tempo il dono è diventato uno sforzo o sterile scambio di oggetti e pacchi senza senso, solo in virtù di una legge economica. Così quelli che regalano sempre cose inopportune, come l’accendino a chi non fuma, la borsa da manager a chi ne avrebbe bisogno di una per la spesa, una trousse a chi non usa cosmetici, una macchinetta del caffè a chi non lo beve, dimostrando indelicatezza e insensibilità. Le gaffe sono tante e pur di mettere quel pacchetto sotto l’albero, la cui carta e fiocco a volte costano più del contenuto, siamo disposti a prendere la prima cosa capitata sotto gli occhi. Per non parlare dello squallore di chi lascia il prezzo nella scatola del regalo come a dire “guarda quanto ho speso per te”, se è costoso, o “vedi che non mi sono sprecato”, se è irrisorio. Dopo tutto sotto l’albero non mettiamo mai regali dello stesso valore, oscillano dall’oggetto utile al prezioso, quindi per alcuni sarà stupendo per altri sarà una delusione. Non possiamo mica livellare i regali, sarebbe ugualmente offensivo lo stesso dono a tutti. E a volte rimuginiamo sul quello che proprio non va giù, al prezzo al suo interno che ci ha messo tanto imbarazzo fino a offenderci. Molti non hanno l’arte di saper fare doni, ed è inutile affannarsi nell’interpretazione dei loro messaggi subliminali, mentre ci vogliono trasmettere palesemente quello che pensano di noi. Ecco, per queste categorie il regalo è vietato, non solo non devono farlo, ma nemmeno riceverlo. Sono pericolosi anche quando li ricevono, potranno pensare che spendere una cifra per loro, sia un modo per farsi perdonare qualcosa, sminuendo il nostro pensiero. E non devono farli nemmeno quelli che spendono troppo per tutti, se non vogliono svenarsi in pochi giorni. Vietato pure a quelli che si limitano a oggetti orripilanti e senza senso. Alla fine vogliamo che il regalo traduca i nostri pensieri affettuosi, che rappresenti quello che di buono auguriamo agli altri per il Natale. I pastori donarono il tempo e le note, forse i loro prodotti, i magi, che erano ricchi, preziosi doni. Così dovremmo regalare solo ciò che abbia valore per noi. E’ questa l’unica garanzia di un regalo vero.

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