«I sindaci italiani sono pronti a fare la loro parte nell’accogliere le famiglie
afghane. Non c’è tempo da perdere, dobbiamo essere molto concreti.
Sarà la storia a dare un giudizio su questi ultimi vent’anni di presenza
militare in Afghanistan, oggi siamo consapevoli che è il momento di
aiutare il Governo a mettere in salvo vite umane » . Queste le parole di
Matteo Biffoni, sindaco di Prato e delegato ANCI per l’Immigrazione. In
una nota inviata al Governo e indirizzata soprattutto al Ministro
dell’Interno Luciana Lamorgese, l’ANCI rafforza la disponibilità dei comuni
italiani ad ampliare la rete di accoglienza e integrazione SAI (ex Sprar).
Noi del Collettivo UANM rivolgiamo un appello ai 13 Sindaci della Costiera
amalfitana affinché anche noi possiamo contribuire a scrivere una nuova
pagina di storia sul tema dell’accoglienza e della solidarietà. I Comuni
della Costiera, rei di tirarsi fuori dal mondo quando c’è da restituire, per
convenienza o per ignavia, nel corso degli ultimi anni hanno preferito non
preoccuparsi mai di questi argomenti, come se questa storia non
appartenesse anche a noi.
Basti andare sul sito del SAI (Sistema Accoglienza Integrazione) per
rendersi tristemente conto che, dal 2017 ad oggi, nessun Comune della
Costiera ha attivato progetti territoriali di accoglienza.
Navigando sulla
homepage del sito del SAI e soffermandosi sulla mappa della Regione
Campania in materia di progetti attivi, il vuoto più rumoroso è
rappresentato dai comuni della Costiera amalfitana e della Penisola
Sorrentina, le zone più ricche non solo della Campania ma di tutto il Sud
Italia. Cosa rappresenta questo vuoto? È un vuoto di umanità, di
solidarietà e di mancanza di riconoscenza di un territorio che si è
arricchito proprio grazie ai flussi turistici internazionali, quelli “giusti”
insomma.
A cavallo tra le due guerre nei paesi della Costiera hanno trovato rifugio
persone in fuga dalle persecuzioni della storia. Hanno trovato ospitalità in
comunità realmente accoglienti, un ambiente sereno in cui iniziare una
nuova vita, avvolte dal calore della popolazione e dalla ricchezza di un
territorio che sapeva essere generoso. Quando abbiamo dimenticato tutto
questo? Quando abbiamo preferito volgere lo sguardo altrove? Le parole
ospitalità e accoglienza di cui oggi ci vantiamo e che vendiamo in tutto il
mondo non sono altro che atteggiamenti di facciata e di cieca ipocrisia
perché, senza azioni concrete e reali, perdono il loro significato più vero e
non calcolatore.
La crisi umanitaria in corso in Afghanistan ci permette di vedere con occhi
nuovi i flussi migratori contemporanei e al contempo deve farci riflettere
sul perché oggi siamo così ostili ad accogliere migranti in cerca di futuro.
Le ragioni sono le stesse, i drammi sono gli stessi, cambia solo la nostra
percezione.
È per queste ragioni che chiediamo ai Sindaci della Costiera amalfitana e
alla comunità locale un atto di responsabilità. Non ci accontenteremo di
semplici dichiarazioni populiste da parte dei nostri amministratori o
amministratrici. È ora di dimostrare concretamente tutta la nostra serietà
di fronte ad un dramma che tocca essere umani esattamente come noi. La
differenza è che non hanno avuto la fortuna di nascere in Costiera, nella
parte “giusta” del mondo.
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