mercoledì 10 novembre 2021

Il nuovo sport nazionale, come spendere i soldi del Pnrr

Bando da 313 milioni per le risorse idriche  

Da molti mesi, ormai, non si parla che di progetti e di come spendere quella pioggia di miliardi che arriverà dall’Europa. Il Pnnr, Piano nazionale ripresa e resilienza, già difficile da pronunciare, e le sue opportunità sono al centro del dibattito politico. E’ di oggi la pubblicazione del bando di 313 milioni di risorse per riqualificare la rete idrica delle regioni meridionali e in particolare per ridurre la dispersione di un bene che diventa sempre più prezioso come l’acqua. Sono interessate le reti idriche di Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia e sono gli obiettivi del bando del Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili pubblicato in Gazzetta Ufficiale e in base al quale, entro 45 giorni, gli Enti d’Ambito delle cinque Regioni del Sud potranno presentare progetti volti a migliorare la qualità e la gestione del servizio, anche attraverso l’impiego delle migliori tecnologie digitali per il monitoraggio delle reti e il miglioramento della resilienza. «Questo bando è una prima risposta a un problema che incide sulla qualità della vita e le potenzialità di sviluppo del Sud —ha detto la ministra Mara Carfagna — Grazie agli investimenti dell'Unione Europea e al piano che come governo italiano abbiamo predisposto nell'ambito di React Eu, finalmente c'è la possibilità di iniziare a migliorare la gestione delle risorse idriche al servizio dei cittadini meridionali. Spero in una risposta rapida ed efficace degli Enti per cogliere al meglio questa opportunità». Sul sito del ministero per il Sud ci sono tutte le informazioni per partecipare al bando rivolto agli enti di ambito nelle regioni meridionali. «L'intervento deve servire una popolazione maggiore di 100.000 abitanti e coincidere con l'intero ambito o sub-ambito territoriale ottimale (salvo casi specifici con una popolazione servita inferiore a 100.000 abitanti). Inoltre, esso non deve prevedere finanziamenti provenienti da altri fondi comunitari, nazionali e regionali e deve possedere come requisito minimo di maturità progettuale lo studio di fattibilità».

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