Vico Equense - Agosto è finito e diciamo che ce ne siamo accorti: dopo tanto caldo è arrivato un po’ di fresco. Ce ne accorgiamo anche dai timidi segnali di risveglio della politica. Rimpasto. È questa la parola che circola nelle discussioni. Quando si comincia a parlare di rimpasto, significa che un’amministrazione è nell'anticamera della crisi. A questa regola non si sfugge, anche se per ora si tratta di voci, pettegolezzi, schermaglie tattiche tra alleati. Che la politica sia anche questo ci sta, il problema è che oggi si è ridotta solo a questo. Quando si sente girare per i palazzi il profumo delle poltrone gli appetiti si svegliano. Ma se dovessi scommettere, direi che non ci sarà alcun rimpasto. Troppo debole il sindaco per permettersi il lusso di avventurarsi nella foresta. Il rimpasto è il tagliando che si possono permettere maggioranze solide che, strada facendo, ritengono di cambiare qualche pezzo logorato e lo fanno senza correre alcun rischio di non ripartire. Non è questo il caso. Il governo Aiello è un castello di carte, ne sfili una, viene giù tutto. Assisteremo quindi alla regola del prendere tempo: superiamo il Natale, vediamo dopo le regionali della primavera 2025 ecc.. Dobbiamo farcene una ragione: la forza di questa amministrazione sta nella sua debolezza, l'unico collante è arrivare in qualche modo insieme all'elezione comunale del 2026. Ovviamente i giornali fanno il loro lavoro e quindi raccontano di un rimpasto in arrivo. Lo fa oggi il settimanale Agorà. In sintesi si tratta di consiglieri che diventano assessori per dare la possibilità a primi non eletti di entrare in consiglio, e chi esce dalla giunta entra in consiglio. Tranne l’Udc, il gruppo più forte in consiglio, che blinda il vice sindaco Benedetto Migliaccio. Insomma, se si analizza in maniera fredda la questione si può ipotizzare l’idea che il rimpasto non si farà e se sì, sarà un’operazione talmente marginale da non determinare manco lontanamente un cambio di passo. Agosto è appena finito, ed è presto per dire come andrà.
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