Vico Equense - La mobilitazione per il diritto a una sanità pubblica dignitosa e adeguati servizi di emergenza per Vico Equense continua con gesti significativi di lotta e testimonianza attiva davanti all'ospedale "De Luca e Rossano". I manifestanti ribadiscono con forza di non voler arretrare di un millimetro dalle proprie rivendicazioni, puntando il dito contro l'amministrazione locale e l'ASL Na3 Sud per la gestione, a loro dire, carente della situazione. Al centro della polemica vi è l'ormai cronica assenza di un Pronto Soccorso attivo, la cui chiusura continua a generare disagi significativi per i cittadini, costretti a fare i conti con presidi ospedalieri in affanno (come quello di Sorrento) e un progetto di ospedale unico che stenta a decollare. Il nucleo della contestazione si concentra sull'inerzia (presunta o reale) delle istituzioni locali. I manifestanti chiedono pubblicamente: perché l'amministrazione, nelle facoltà del Sindaco e del Presidente del Consiglio Comunale, non ha ancora indetto una seduta monotematica del Consiglio Comunale? L'invito, secondo il Movimento, dovrebbe essere esteso anche al Direttore Generale dell'ASL Na3 per fornire spiegazioni concrete e trasparenti sulle ragioni che ostacolano l'erogazione di servizi emergenziali adeguati. Questa sessione pubblica, a detta dei promotori, sarebbe un atto dovuto di trasparenza, democrazia e conoscenza sulle prospettive future della sanità locale, permettendo ai cittadini di comprendere le sfide e le soluzioni proposte. Le proteste sono una costante degli ultimi mesi, con sit-in e presidi che si susseguono regolarmente. In passato, i consiglieri di opposizione hanno effettivamente richiesto la convocazione di un consiglio straordinario sull'ospedale, segno che la questione sanitaria è da tempo al centro del dibattito politico locale. Recentemente, il Sindaco Giuseppe Aiello ha partecipato a incontri strategici con la Direzione Generale dell'ASL, impegnandosi per il potenziamento della sanità locale, ma evidentemente i risultati concreti non sono ancora sufficienti a placare l'indignazione popolare. La popolazione rimane mobilitata, in attesa di risposte chiare e azioni decisive per garantire il diritto fondamentale alla salute.

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