giovedì 22 ottobre 2009

Primarie si, primarie no

Castellammare di Stabia - Travolti dalla dinasty mastelliana, sembra quasi passare inosservata la notizia riportata dal quotidiano Metropolis (cartaceo e Web). I killer del consigliere Tommasino erano candidati alle primarie. Catello Romano, il ragazzo di 19 anni ora ricercato per aver ammesso, tra l’altro, di aver fatto parte del commando di fuoco che il 3 febbraio scorso uccise il consigliere comunale Gino Tommasino, faceva parte della lista “Riformismo e innovazione con Cimmino” una delle otto liste che concorsero per le primarie da cui scaturirono i 50 componenti del coordinamento cittadino del Pd. Oggi ci si interroga se sia opportuno o meno votare domenica per la scelta del leader nazionale. I segnali che vengono da fuori Castellammare sono contrastanti. Per il non voto Anna Paola Mormone, dirigente locale del Pd, ex consigliere comunale e assessore. «Dobbiamo dare - dice - un segnale forte. Qui la situazione è straodinaria. La camorra ha lanciato un’Opa sul Pd stabiese. E a mali estremi dobbiamo reagire con rimedi estremi». Non vuole sentire ragioni Anna Paola Mormone che rivendica con orgoglio la sua iscrizione al Pci quando aveva 19 anni: è approdata al Pd attraversando tutte le tappe della trasformazione degli ex comunisti. Crede nel progetto politico del Pd. Ciò nonostante si è autosospesa dal partito. E il perché lo spiega lei stessa. «Mi sono - dice - addossata così la mia parte di responsabilità in quanto dirigente locale del Pd per quanto è successo». Anna Paola si autoflagella. Eppure è stata lei a denunciare il cancro che cresceva nelle visceri del Pd stabiese. «Ma la mia colpa - continua - è di non averlo fatto pubblicamente». Affidò a febbraio scorso la sua denuncia a due e-mail inviate al commissario Morando. Due lettere per dire che tra i quasi tremila iscritti stabiesi, tanti per una città di sessantamila abitanti, c’era Carolina Mosca, la moglie del capoclan Pasquale D’Alessandro e figlia di Sergio Mosca, uno dei colonnelli del boss. È per il voto, invece, Gaetano Cimmino, ex coordinatore della segreteria cittadina del Pd. «Dobbiamo andare a votare - dice - per motivare i tanti iscritti onesti che sono oggi scossi e traumatizzati per quanto è successo».

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