martedì 25 ottobre 2016

Lo gnorri

di Filomena Baratto

Vico Equense - Lo gnorri esiste non solo come vocabolo della lingua italiana, ma è un tipo con cui ci relazioniamo più di quanto si possa immaginare. E’ detto anche “nesci” da nescire, ignorare, colui che finge di non sapere, che si sottrae all’evidenza. Potremmo allora definirlo furbo, ma non è proprio così. Deve dare l’impressione di non sapere. E’ un atteggiamento comune a molte persone che cercano in questo modo di venire meno a quello che gli altri si aspettano da lui e se da una parte può salvare dalle incombenze, dall’altra si tratta di indossare una maschera. Molto spesso nascono equivoci e litigi, quando, manifestando quello che pensiamo al suo cospetto, smascherandolo, si offende dicendo che è mal interpretato e magari siamo tacciati anche di essere malpensanti. Ce ne sono di diversi tipi. C’è lo gnorri per carattere, quello che non ha il coraggio di affrontare le situazioni e zittisce credendo che esse si risolvano da sole e col tempo. La maggior parte delle volte lo gnorri è uno che sa ma usa il silenzio e la disinvoltura con chi si adopera al suo posto per trarne vantaggi. In questo caso non è l’incapacità ma la pigrizia a farlo gongolare nella zona del non so e del non conosco. Così si impegna a fare il finto tonto, eludendo la situazione. Si pone in una posizione di chi non “coglie il fatto, o l’antifona”, declinando ogni responsabilità e demandando agli altri quello che dovrebbe fare lui. Lo gnorri assume anche le caratteristiche dell’ ignavo, non si mette in discussione, non si relaziona, o comunque solo con chi vuole e non si propone mai in prima persona. Tende a svincolarsi continuamente, attaccandosi anche ai diritti, agli aspetti burocratici, ad ogni cavillo pur di perorare la sua causa di “nullafacenza” e nulla “incombenza”.
 
Ma c’è lo gnorri più sottile, quello che con calcoli e tesi, proiezioni e piani, giunge alla conclusione che la strategia migliore sia quella di stare fermo, non muoversi, non adoperarsi. E qual è il motivo? Se si impegnasse a capire dovrebbe affrontare l’argomento o il problema e trovare nessi e cause, motivazioni. Ma molto spesso non ha la vocazione a risolvere i problemi, gli basta individuarli. E’ tendenzialmente un pigro, non va in fondo alle cose, a lui basta la superficie, si mantiene distaccato, relazionandosi con gli altri per quello che ne può ricevere. Sono anche dei matematici, continuamente a fare operazioni mentali, equazioni, cosa mi dà cosa, e nelle sue costruzioni a tratti ci sono proprio queste negligenze, per cui molla e lascia perdere. Diciamo pure che non persegue gli obiettivi fino in fondo, gli basta un accenno nelle cose e, se vuole raggiungere il massimo, deve essere proprio spietato, ma a quel punto si percepisce il suo disegno e viene in contrasto con gli altri. Sono quelli che amano tenersi a galla piuttosto che nuotare bene, che credono di raggiungere un obiettivo senza impegno, di essere bravi tessitori. Si muovono in ogni ambito, credono di occupare un posto e questo è quanto basta. Lo gnorri adotta costantemente questo atteggiamento come tratto peculiare del suo carattere. Ci tiene a mantenere le relazioni amicali e di lavoro, e crea una piccola rete di persone intorno, ma non sempre quella giusta. Chi si porta spesso allo gnorri, avendone capito i tratti caratteristici e il modo di fare, sembra quasi che ne prenda le sembianze, che gli faccia comodo fingere come lui, se non per esserne convinto almeno per contrastarlo ad armi pari, così che in due forse lo scopo viene presto raggiunto. A volte serve per evitare contenziosi o ancora reazioni che sono da evitare, e solo in questo caso può essere presa come una forma di difesa. Lo gnorri è recidivo soprattutto se la prima volta la sua azione ha dato esiti positivi, ci riproverà. I rapporti spesso ne risentono: un’amicizia finisce, un amore va a male, un rapporto si inquina. Nelle relazioni sociali, spesso lo si prende come un atteggiamento di pregio scambiandolo spesso per diplomazia, o intelligenza superiore o, ancora, un alto grado di tolleranza. Di solito è proprio lo gnorri a crederlo. Un rapporto per costruirsi ha bisogno di chiarezza, di trasparenza, l’altro deve capire, nel bene e nel male, deve discernere, deve confrontarsi. Adottare il metodo del non sapere facendo finta, molto spesso è come sottrarsi a tutto questo. Molti adottano questa tecnica seminando azioni a go go, ma spesso, nel credere di salvarsi da una parte, si scoprono da un’altra. C’è infine lo gnorri che pur accettando idee e facendo finta di essere dalla tua parte, farà solo e sempre quello che tiene in mente, a costo di perdere la stima degli altri. Vale la pena costruire relazioni chiare con pochi, più che false con molti. Il grande difetto dello gnorri è quello di credere che l’altro non capisca dove vuole arrivare, ma come dice La Rochefoucauld, si può essere più furbo di un altro ma non di tutti quanti gli altri. Mai credere che il prossimo sia da meno, semmai partire dal presupposto che sia più intelligente di noi e così si parte con la mossa giusta. Un altro atteggiamento che lo gnorri nasconde sotto la maschera è proprio l’arroganza, il presumere che stia sulla giusta strada. La punizione da infliggergli è quella di trattarlo alla stessa stregua, e solo afferrando che l’altro lo ha capito, butta giù la maschera o sparisce.

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