lunedì 24 ottobre 2016

Doppi incarichi: c'è garanzia di trasparenza e imparzialità?

Massimo Trignano
I 5 Stelle attaccano il Presidente del Consiglio comunale

Vico Equense - Gli attivisti 5 Stelle di Vico Equense non lo citano, ma è chiaro che il destinatario della nota protocollata nelle scorse settimane al Comune di Vico Equense è Massimo Trignano, presidente del Consiglio comunale, che è anche presidente del Consiglio d’istituto. I Pentastellati vogliono spiegazioni in merito alla compatibilità del contemporaneo incarico di Consigliere comunale e Consigliere del consiglio d’istituto. “Da cittadini e genitori, - scrivono gli attivisti 5 Stelle di Vico Equense - gradiremmo sempre e comunque che la politica non entrasse mai nelle scuole e che, in esse, vi fossero organi collegiali formati da membri scevri da qualsiasi condizionamento, in modo tale da poter assicurare al meglio i compiti di indirizzo, gestione e controllo delle stesse. Tutti sappiamo che tra Ente Scuola ed Ente Locale possono nascere problematiche, ad esempio sicurezza e manutenzione degli immobili e degli arredi, servizi, trasporto scolastico, mensa, riscaldamento, etc. Ebbene ci chiediamo: un membro con doppio incarico, ovvero di Consigliere Comunale e Consigliere del Consiglio d’Istituto, quale posizione potrà mai assumere? A favore-tutela della popolazione scolastica oppure a favore della maggioranza che sostiene l’amministrazione comunale? Per tal motivo, indipendentemente dall’aspetto tecnico-normativo, ci attenderemmo una saggia decisione.” Sull'argomento Massimo Trignano non si è espresso. A stretto giro, però, è arrivata la risposta del Segretario generale del Comune di Vico Equense, Luigi Salvato: “In merito – scrive Salvato – a quanto richiesto con la nota pervenuta al protocollo comunale il data 28-9-2016, in violazione di ogni e qualsiasi norma sui diritti spettanti al cittadino per la partecipazione attiva della cosa pubblica, nel far presente che è la legge che determina le cause di incompatibilità, si rimanda a un attenta lettura dell’art. 63 del decreto legislativo 267/2000.”

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