domenica 9 ottobre 2016

L’ulivo

di Filomena Baratto

Vico Equense - “Prima di tutto, i terreni difficili e le colline scoscese, dal suolo sterposo con argilla fine e ghiaia, godono (il favore) della vegetazione sacra a Pallade (Minerva): i duraturi olivi”. Sono i versi (177-181) tratti dal libro secondo delle Georgiche di Virgilio, dove si parla dell’ulivo. Un albero caro all’autore tanto da riprenderlo nell’Eneide, ottavo libro: “Paciferaeque manus ramum praetendit oliva”, Enea recando nella destra l’olivo, implicitamente risponde alla paura di Pallante che si spaventa “all’improvviso apparire dei Troiani”. Secondo il mito greco Atena, con la sua lancia colpì la terra e ne fece nascere il primo ulivo per illuminare la notte, per medicare le ferite e per offrire nutrimento alla popolazione. Secondo una leggenda sarebbe stato Aristeo lo scopritore dell’olivo e l’inventore dell’olio, all’epoca fenicia. L’ovicoltura era molto diffusa al tempo di Omero tanto che l’ulivo si trova spesso sia nell’Iliade che nell’Odissea così come il suo prezioso olio. Stupenda la descrizione della camera da letto nella quale Penelope accolse Ulisse al suo ritorno, e che Ulisse stesso aveva costruito prima della sua partenza con legno d’olivo: “Nel cortile c'era un ulivo con la sua cima frondosa, florido e rigoglioso; era grosso come una colonna: attorno ad esso costruii la stanza, finchè la finii, con numerose pietre, e ne costruii il tetto, vi posi delle porte robuste, saldamente messe. E poi tagliai la chioma dell'ulivo, e pulii il tronco alla base, lo riquadrai con il bronzo bene e con cura, lo feci dritto con la livella, ne costruii un sostegno e lo perforai con il trapano.
 
Così facendo arrivai a terminare il letto, ornandolo d'oro, d'argento e d'avorio. Per ultimo sistemai le strisce di cuoio, splendenti di porpora. Ecco, adesso ti ho svelato il segreto, e non so se è ancora intero o se qualcuno lo ha staccato dal suolo”.. L’ulivo è un albero antico, sacro, che in penisola trova il suo ambiente naturale, cresce sui declivi più suggestivi. La geografia vuole la penisola luogo di ulivi per antonomasia, sparsi per la costa, a strapiombo sulla roccia e giungendo fin sotto monte Faito, a zone, a schiere rivestendo i terreni terrazzati. Si presentano come anime silenziose sparse sulle colline, per tutte le contrade, esposti in luoghi impervi ma sempre assolati. Salendo per le stradine e i sentieri, ce ne sono a distese. Spesso sotto le chiome, al suolo, si raccolgono le olive che cadono spontaneamente, molte finiscono sotto i piedi, altre rotolano a valle o vengono schiacciate. Il colore verde argenteo delle foglie riveste le colline creando sfumature di colori unici da cui dipendono le tonalità delle nuvole e del cielo. I tronchi sono a volte sottili, ruvidi, altre volte massicci e mostrano i loro anni. E’ un albero, profumato, con foglie sottili dalla forma ellittica lanceolata, con ramoscelli leggeri e folti. Un ulivo vive come un uomo se non di più, sembra volerne seguire il corso. Solo il vento riesce a penetrare nei folti rami e a scuoterli come un’ola che corre da un punto all’altro. Sui sentieri, posti in luoghi panoramici, se scosti le foglie, aprendo all’interno un varco, ci osservi il panorama: il mare, le barche, le scie, la città con le cupole delle chiese, il castello, la costa. L’ulivo apprezza la vista e ne gode, in mezzo a tanti altri, come un saggio, immobile e fisso nel terreno, un essere animato. Si ristora all’aria leggera, ai silenzi dei luoghi, agli echi dei suoni che giungono da lontano. Le olive, piccoli frutti attaccati come bottoni, tutt’uno con le foglie, quasi si nascondono tra le lamine. Da un momento all’altro vogliono cadere e i rami carichi abbassano le chiome, come quando ci si deve liberare di un peso. Ricovero di cicale che cercano riparo sotto il fogliame, ombra per la calura estiva. In inverno i rami fitti si abbracciano per sopravvivere al freddo e ripararsi dai venti che scendono dai monti o salgono dal mare. E quando in autunno si spogliano dei frutti che finiscono al frantoio, ritroviamo il prezioso liquido in bottiglia. Il profumo dell’olio ci riporta ai luoghi da cui proviene ed è come ritrovarci a Trina del Monte o a Cigliano, ad Arola, o lungo il sentiero della Sperlonga. Ci riporta alle passeggiate, ai lavori, alla raccolta, al sole, all’estate, all’acqua, alla fonte e tutto ritorna in quella bottiglia preziosa.

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