martedì 29 novembre 2016

Choc Alimuri, la Regione: sì a fondi Ue per la bonifica

Baia di Alimuri
Scaricabarile tra i sindaci: «Ma presenteremo un progetto» 

Fonte: Ciriaco M. Viggiano da Il Mattino 

Meta - La vera sfida è immaginare il futuro, prima che l'incuria e l'abbandono facciano della baia di Alimuri e della Conca un monumento all'incapacità di gestire le zone liberate dal mattone selvaggio. Ma qualunque sia la destinazione dell'area dove fino a due anni fa si stagliava l'ecomostro, oggi sfregiata da liquami e rifiuti di ogni tipo, il problema da risolvere nell'immediato resta uno: la bonifica del costone, presupposto indispensabile per il rilancio della Conca ma perla quale mancano programmi e risorse. Sulla questione si registrano adesso due significative aperture: a breve il Comune di Vico Equense potrebbe stilare un progetto di messa in sicurezza che la Regione si dice pronta a valutare ed eventualmente a finanziare. Le immagini del degrado in cui è piombata la Conca dopo la demolizione del rudere di cemento rimasto lì per cinquant'anni hanno fatto il giro d'Italia. E a rimanerne colpito è stato innanzitutto Andrea Buonocore, dal 14 luglio sindaco di Vico Equense, che ha immediatamente ordinato una relazione sul caso. «Dal 2014 a oggi è stato fatto troppo poco per tutelare quella zona - ammette il primo cittadino - ma qualsiasi soluzione va concordata con l'amministrazione municipale di Meta, sul cui territorio ricade l'accesso, e che ora dovrebbe assumersi una parte delle colpe dello scempio». Rimpallo delle responsabilità a parte, in due anni il Comune di Vico Equense non ha partorito un programma di lavori che consentisse di consolidare la parete rocciosa al di sotto della statale 145 Sorrentina per poi restituire l'area dell'ecomostro a residenti e turisti. Il motivo? La bonifica costerebbe un milione e mezzo di euro che, come precisa Buonocore, «nessuno dei sei Comuni della Costiera è in grado di sborsare». L'unica soluzione è accedere a fondi sovracomunali, magari a quelli messi a disposizione dall'Unione europea e veicolati dalla Regione.


«Credo che sia giunto il momento di stilare un programma di lavori per la messa in sicurezza così come abbiamo fatto per altri tratti del nostro litorale - conclude Buonocore - Solo così possiamo sperare di intercettare i fondi indispensabili per bonificare l'area e magari valorizzarne la vocazione turistica». D'altronde appena venerdì scorso il governatore, impegnato in un tour elettorale in penisola sorrentina, ha annunciato 300 milioni di euro di finanziamenti con cui la Regione intende sostenere una lunga serie di opere pubbliche a Sorrento e dintorni. E non è da escludere che a queste possa aggiungersi la bonifica della parete rocciosa della Conca. «La Regione - fanno sapere da Palazzo Santa Lucia - è sempre pronta a valutare progetti strategici di rilancio del territorio campano». A spingere per una soluzione rapida sono anche le forze ambientaliste, a cominciare dai Verdi che non esitano a definire l'abbandono dell'area dell'ecomostro «l'emblema di come non dovrebbero essere gestite le costruzioni abusive». Secondo Francesco Emilio Borrelli e Vincenzo Peretti, rispettivamente consigliere e portavoce regionale del Sole che ride, «se non si programma il futuro di certe aree si corre il rischio che al danno dell' abusivismo edilizio si aggiunga la beffa di vedere quelle stesse aree in preda all'incuria e all'abbandono». E allora quale dev'essere la soluzione? «Se gli enti locali non hanno voglia o possibilità di occuparsene - suggeriscono - si può pensare anche a un affidamento ai privati». E d'altra parte in passato si era deciso di puntare proprio su una strategia simile. Un accordo di programma aveva stabilito che fosse la Sica srl, società proprietaria dell'ecomostro, a curare la riqualificazione ambientale dell'area. Era stato presentato persino un progetto per destinare la zona del rudere a solarium, ma l'iniziativa si era arenata davanti alla bocciatura da parte della Soprintendenza prima e della giustizia amministrativa poi. Ora, a distanza di qualche anno da questa guerra a colpi di carte bollate, sono la mancanza di progetti e la scarsità di risorse a rendere incerto il futuro di uno degli angoli più suggestivi della Costiera.

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