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Si rivelano variegate le posizioni dei partiti sul referendum elettorale del 21 giugno. Il Pdl ha assicurato alla Lega che non ci sarà campagna elettorale in favore del referendum e non ha dato indicazioni di voto, ma
Berlusconi andrà a votare sì, come
Gianfranco Fini, Antonio Martino, Gaetano Quagliariello e i ministri
Ignazio La Russa, Renato Brunetta e
Stefania Prestigiacomo. Il presidente dei deputati del Pdl
Fabrizio Cicchitto invece non andrà votare. I Popolari liberali di
Carlo Giovanardi si asterranno. Il Pd è schierato per il sì con l’obiettivo di affidare al parlamento una più ampia riforma del sistema di voto. Ma c’è anche chi è di parere diverso, come
Francesco Rutelli e
Vannino Chiti. Contrarissima la Lega che ha chiesto ai propri elettori di disertare i seggi o, se voteranno per i ballottaggi, a non ritirare le schede relative ai referendum. Stessa linea seguirà l’Mpa. La Lega ha chiesto cartelli nei seggi per indicare l’opzione dell’astensione e il ministro
Roberto Maroni che i presidenti di seggio ne informino i votanti. L’Udc si è da subito schierato per l’astensione con l’obiettivo di far mancare il quorum. Anche la Destra e tutta la sinistra radicale - dal Prc al Pdci, a Sinistra e libertà - sono schierate per l’astensione. Inizialmente favorevole al referendum, l’Idv ha cambiato parere e ora sollecita a votare per il no. Come i radicali. sono per il no.
(Il Mattino)
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