Rifiuti, scontro tra Terra delle Sirene e Comune

Il direttore generale accusa: “Li abbiamo scaricati e vogliono metterci in difficoltà”

Vico Equense - La società “Terra delle Sirene” che gestisce il servizio di raccolta differenziata, tramite i suoi legali ha chiesto al Comune il pagamento di 360mila euro. Quindici fatture che l’ente non avrebbe saldato tra il 2002 e il 2010. La risposta dell’amministrazione non si è fatta attendere ed è firmata dal direttore generale il dottor Luigi Salvato. “La richiesta di pagamento e messa in mora – scrive il dirigente comunale – appare l’ultimo tentativo di mettere in difficoltà l’amministrazione di Vico Equense che si è “permessa” di uscire dalla società Terra delle Sirene. Tentativo subdolo per evitare un giudizio di responsabilità per mancato accantonamento del tfr, per gravose consulenze, per abnorme assunzioni e illegittimi riconoscimenti i livelli stipendiali. Per aver aggravato le spese gestionali per il continuo ricorso al lavoro interinale”. Una serie di dure accuse, riportate da Metropolis, Il Comune a fine mese divorzierà dalla società preposta alla raccolta della differenziata. Ed è lo stesso direttore generale a ricordarlo.“ “A momento di aver bandito una gara pubblica europea – scrive Salvato – per affidamento del servizio di raccolta rifiuti, stanno emergendo enormi difficoltà nel reperire atti legittimi per il dovuto prossimo passaggio di cantiere. Non risultano stipulati alcuni contratti con i dipendenti di Terra delle Sirene. Si è venuti a conoscenza – continua il dirigente – che negli anni, questi dipendenti hanno usufruito di passaggi di livelli mai trasfusi in dovuti contratti di lavoro. Alcuni di questi hanno usufruito di una trasformazione del rapporto di lavoro da part-time a full-time senza la relativa sottoscrizione del dovuto relativo contratto. Ricorso continuato al lavoro interinale, non considerato più ammesso anche per le società interamente partecipate dagli enti pubblici. Tutto questo correlato a una gestione sempre in perdita e non sempre svolta con i crismi della legalità (consiglio di amministrazione imperfetto, cooptazione della componente privata non avvenuta secondo i dettami dell’articolo 2386 del codice civile, irregolare attribuzioni di funzioni di presidente del consiglio di amministrazione).